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Ginevra: la tassa automobilistica fa arrabbiare la classe media. Editoriale.

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Editoriale sulla fiscalità a Ginevra

Bollo auto: la classe media apprezzerà

La nuova tassazione dei veicoli sul modello di Ginevra si rivela nelle sue conseguenze concrete. E manca il suo obiettivo.

Editoriale Inserito oggi alle 6:42

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È la storia di un Cantone che ha voluto essere pioniere. Un Cantone che ha deciso di tassare le emissioni di CO22 del proprio parco veicoli con il grande progetto di mantenere sulle proprie strade solo vetture “pulite”.

Ma al momento di verificare, il provvedimento di Ginevra ha scatenato un’ondata di rabbia. Ovviamente questo non è il caso per la maggior parte degli automobilisti al volante di un veicolo moderno. Ma quella del restante terzo che deve solo pagare prima di cambiare. Sbarazzarsi della propria 2010 – visto che la tassa è stata triplicata – per comprarne un’altra. È semplice però.

Convalidata dal popolo per contrastare una proposta dell’UDC, la riforma della tassazione automobilistica di Ginevra si rivela problematica sotto diversi aspetti. Innanzitutto perché lascia la spiacevole impressione che la popolazione non abbia ottenuto le informazioni necessarie.

Dal singolo al quintuplo

Quindi sì, è stato presentato un elenco di modelli con gli importi che i proprietari avrebbero pagato. Ma perché non scomporre queste cifre in base agli anni di costruzione? Nel momento in cui scopriamo che la tassa su un modello può variare da semplice a quintuplicata a seconda dell’età, la domanda è inevitabile.

Quindi, il nuovo sistema fiscale di Ginevra suggerisce che sia sufficiente vendere il proprio veicolo: chi lo comprerà ora che le loro tasse sono salite alle stelle? – per diventare virtuosi al volante della tua bellissima, nuovissima auto elettrica. La classe media lo apprezzerà. Anche i paesi africani che ricevono i nostri relitti.

Più serio, basato solo sulle emissioni di CO2il meccanismo di Ginevra premia chi butta via per comprare qualcosa di nuovo. Un mito, quello del consumatore virtuoso, che ignora le disastrose conseguenze sull’ambiente rappresentate dal processo di fabbricazione di un’auto.

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Luca Di Stefano è giornalista nella sezione di Ginevra dal 2013. Laureato all’Accademia di giornalismo e media (AJM), si occupa in particolare di notizie giuridiche. Maggiori informazioni @LucaDiStefano10

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