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Ripulitura del settore stampa – L’elenco dei media pubblicato il 30 novembre

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Dall’avvento del nuovo regime, il Ministero delle comunicazioni, delle telecomunicazioni e degli affari digitali (MCTN) si è impegnato in un processo di pulizia del settore della stampa. Sono state intraprese diverse azioni in questa direzione, in particolare la creazione di una piattaforma di dichiarazione mediatica il 16 agosto.

In quest’ottica è stata istituita una commissione interministeriale, comprendente i ministeri della Giustizia, dell’Interno e del Lavoro. Di tale struttura fanno parte anche i rappresentanti della Commissione Nazionale Tessera Stampa e del Coreed, al fine di agevolare le procedure di verifica del rispetto dei media rispetto alla normativa vigente.

Così, in sei mesi, sono state adottate misure forti a favore della trasparenza e della ristrutturazione del settore. Oggi, a seguito della prima riunione della commissione per la convalida delle dichiarazioni delle società di stampa, entro e non oltre il 30 novembre 2024 sarà pubblicato l’elenco ufficiale dei media conformi ai regimi legali applicabili, si legge in un comunicato stampa congiunto del Ministero della Tutela e Cored.

Si precisa inoltre che “a tale pubblicazione farà seguito immediatamente formale diffida agli organi di stampa che non si attengono alla normativa e, in caso di mancato rispetto della normativa vigente, questi ultimi saranno sospesi e saranno esposti a le sanzioni previste dalla legge. »

Inoltre, interrogate nei giorni scorsi sul processo di ristrutturazione dei media in seguito agli incidenti osservati durante la campagna elettorale, episodi riportati da diversi organi di stampa, le due entità hanno voluto fornire alcuni dettagli.

“Vorremmo, attraverso questa dichiarazione congiunta con Cored, ricordare il ruolo essenziale dei media nel pacificare lo spazio politico e promuovere la coesione sociale, evitando di trasmettere discorsi che potrebbero incitare alla violenza”, si legge nella nota.

“In effetti, è stato notato, di recente e prima di questi incidenti, molteplici appelli alla violenza trasmessi dai media tradizionali e online. Questi fatti ci ricordano l’urgenza di continuare il processo di ristrutturazione del settore dei media per promuovere un giornalismo etico e responsabile”, aggiungono i firmatari.

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