Uuna strategia di sviluppo in India e negli USA che solleverebbe interrogativi, un management che non farebbe bene il lavoro, proprio come l’azionista… nelle ultime settimane, Proximus – operatore di telecomunicazioni semi-pubblico; lo Stato belga ne detiene la maggioranza (53,61%) – ha subito un duro colpo, con una serie di articoli poco lusinghieri pubblicati sui principali quotidiani del Paese.
Erroneamente, secondo l’azienda, che fa sapere di aver chiesto di essere sentita d’urgenza dalla Commissione Mobilità, Imprese Pubbliche e Istituzioni Federali della Camera. Un approccio piuttosto singolare poiché arriva in questo caso dal management e non dai parlamentari.
“Queste critiche rivolte a noi riguardo alla strategia seguita, all’azionariato, al consiglio di amministrazione e al management si basano su informazioni errate”, afferma in particolare Proximus. Aggiungendo di svolgere “un ruolo cruciale nello sviluppo digitale. Per questo desideriamo noi stessi presentare a tutti i parlamentari la strategia e le sue ambizioni, sia nazionali che internazionali, nonché i risultati operativi e finanziari, il programma di investimenti nelle reti in fibra e 5G, l’evoluzione del corso azionario e il quadro di governance”. Un bel programma.
È Il Libero a fine ottobre chi per primo ha messo il dito su un prezzo delle azioni che si era ridotto del 75% in 5 anni e ha aperto il microfono a Georges-Louis Bouchez, presidente del MR, che si era furiosamente arrabbiato contro Guillaume Boutin, capo dell’operatore. Non è quindi bastato un incontro successivo tra i due, segnalato come “costruttivo” su Linkedln da Boutin. Da allora, anche la N-VA si è messa in gioco ritenendo necessario rivalutare la (recente) proroga del mandato dell’amministratore delegato.
Leggi anche
Georges-Louis Bouchez accusa Proximus e lo Stato azionista: a torto o a ragione?
Belgium
Related News :