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Cohen, il ginevrino – – UNIGE

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Ventinove luoghi emblematici da scoprire in sei passeggiate: è questa la proposta dell’opera collettiva “Albert Cohen e Ginevra”, una guida letteraria scritta, tra gli altri, da Thierry Maurice, collaboratore scientifico della Maison de l’histoire e Marie-Luce Desgrandchamps, docente presso il Dipartimento di Storia Generale (Facoltà di Lettere).

Nato a Corfù, Albert Cohen (1895-1981) visse a Ginevra per quasi cinquant’anni, stabilendo legami affettivi ambivalenti. Trovò rifugio in questa città cosmopolita in un paese neutrale alla vigilia della prima guerra mondiale, vi completò gli studi universitari, affermò la sua ebraicità e si dedicò al sionismo, si sposò tre volte, ottenne la nazionalità svizzera, divenne un uomo di lettere, compose la maggior parte di le sue opere, lavorò in organizzazioni internazionali, curò problemi di salute, morì e, infine, fu sepolto nel cimitero ebraico di Veyrier. La cittadina all’estremità del lago costituisce non solo il luogo di produzione, ma anche uno degli sfondi per la maggior parte degli scritti del romanziere. Tuttavia, nessuna traccia di Albert Cohen appare nello spazio pubblico di Ginevra, ad eccezione di una modesta strada che porta il suo nome.

Per rimediare a ciò, l’opera redige una mappa di 29 luoghi di interesse suddivisi in altrettante note che mettono in discussione l’iscrizione biografica e letteraria di Albert Cohen nella Città di Calvino, le organizzazioni internazionali a Cologny, via La Vieille -City, la Città inglese Giardino o il Parco dei Bastioni.

Leggi anche “La Ginevra di Albert Cohen” (Le Journal, 25 novembre 2021)

Di Pierre-Louis Chantre, Marie-Luce Desgrandchamps, Idit Ezrati Lintz, Thierry Maurice, Bruno Racalbuto, Noémie Sakkal Miville, Yan Schubert
“Albert Cohen e Ginevra”
Edizioni La Baconnière 2024
200 pag.

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