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Taccuino nero: Roy Haynes sta ora bussando alla porta del Paradiso

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Taccuino nero

Roy Haynes ora bussa alla porta del Paradiso

Accompagnatore di leggende, lo storico batterista è morto martedì all’età di 99 anni.

Pubblicato oggi alle 18:24

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In breve:
  • Roy Haynes è morto all’età di 99 anni.
  • Ha collaborato con Lester Young e altre leggende del jazz.
  • La sua carriera spazia dallo swing al bop e oltre.
  • Era rinomato per il suo approccio sottile e musicale.

Due giorni fa viveva ancora su questa terra qualcuno che aveva accompagnato Lester Young: il Prez! – per due anni… Roy Haynes è morto martedì 12 novembre alla rispettabilissima età di 99 anni, seguendo da vicino il suo contemporaneo sassofonista Lou Donaldson.

Tempi brutti per i vecchi jazzisti poiché dobbiamo ancora tenere conto delle recenti scomparse Benny Golson e di Quincy Jones. Con quest’ultimo, l’uomo soprannominato “Snap Crackle” registrò negli anni Cinquanta lo split album “Jazz Abroad”.

Un grande XX secolo

Tra i grandi batteristi della seconda metà del XX secolo, Roy Haynes non ha forgiato uno stile percussivo molto assertivo, ma ha piuttosto abbozzato un approccio sottile, accompagnativo e musicale che poteva adattarsi a tutti i tipi di ambienti. L’elenco delle sue collaborazioni si impone come uno dei più imponenti della storia del jazz, al punto da confondersi con esso.

Dopo Young, ha tenuto la batteria per Charlie Parker, Thelonious Monk, John Coltrane, Stan Getz, solo per citarne alcuni, ritagliati dalla mitologia, e che ha ricordato con gioia l’anno in cui è venuto a Losanna, al festival Jazz Onze+, nel 2005, anno del suo ottantesimo compleanno.

Nel backstage dell’evento di Losanna, trasudava ancora il suo entusiasmo giovanile e si è affrettato a mostrare al visitatore il suo ultimo orologio

Partner leggendari

L’elenco dei suoi gloriosi partner era infinito e comprendeva la cantante Sarah Vaughan, che lo apprezzava moltissimo, Bud Powell, Miles Davis, Lee Konitz, Eric Dolphy, Gary Burton e tanti altri.

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La sua lunga carriera non gli aveva fatto perdere in alcun modo la sua proverbiale flessibilità ed era passato agilmente dallo swing al bop, senza dimenticare di confrontarsi con le estensioni più moderne del grande delta jazz, accanto a Chick Corea, Michel Petrucciani o Pat Metheny. Veloce, inventivo, sensibile, il batterista desiderato da tutti i campioni.

Boris Senff lavora nella sezione culturale dal 1995. Scrive di musica, fotografia, teatro, cinema, letteratura, architettura, belle arti.Maggiori informazioni @Sibernoff

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