Di Le Figaro con AFP
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2 ore fa,
aggiornato alle 11:59
L’ex primo ministro ha difeso il suo primato e quello del suo ministro dell’Economia, affermando di aver preso “decisioni forti” per contenere la spirale del deficit pubblico.
“Trovo il processo mediatico piuttosto scandaloso [et] politica” fatto a Bruno Le Maire sullo slittamento del deficit. L'ex primo ministro Gabriel Attal ha difeso il suo ministro dell'Economia durante un'audizione al Senato questo venerdì 8 novembre, nell'ambito di una missione d'informazione sulla deriva dei conti pubblici. Ha particolarmente apprezzato il“ossessione di far uscire la Francia dal debito” cosa che, secondo lui, Bruno Le Maire ha dimostrato durante i suoi anni alla guida di Bercy.
Interrogato il giorno prima, l'ex ministro dell'Economia aveva smentito giovedì qualsiasi cosa “errore” O “occultamento” di fronte al significativo deterioramento delle finanze pubbliche francesi, e ha assicurato che l’attuale governo avrebbe potuto limitarle al 5,5% per il 2024 (invece che al 6,1%) adottando le misure che ha lasciato sul tavolo al momento della sua partenza. Il deficit pubblico atteso è molto lontano dal 4,4% del Pil previsto per l’autunno 2023 e dal 5,1% previsto per la primavera dopo la rivalutazione del precedente esecutivo. Scenderebbe solo al di sotto del 3% del PIL autorizzato dall’UE nel 2029, rendendo la Francia un cattivo studente europeo.
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“Abbiamo preso decisioni forti”
Come Bruno Le Maire, Gabriel Attal ha elogiato il “decisioni forti” scattata quando era a Matignon per arginare lo scostamento di bilancio. “Abbiamo ricevuto avvisi [sur la dégradation des finances publiques de la France, NDLR] e abbiamo preso, credo, decisioni forti, ha affermato l'ex capo del governo. Abbiamo rivisto le previsioni di crescita, abbiamo aumentato l’obiettivo del deficit, abbiamo deciso di risparmiare 20 miliardi di euro durante l’anno e abbiamo preparato un bilancio dello Stato con 15 miliardi di risparmi”.
“Non credo che in passato, in un periodo di tempo così breve, un governo abbia individuato e osato realizzare così tanti risparmi”insisteva, credendo di averlo fatto “un’elevata consapevolezza della tensione sulle nostre finanze pubbliche” quando era in rue de Varenne.
Élisabeth Borne ha fatto l'audizione il 15 novembre
Questo slittamento del deficit ha sollevato interrogativi sull’affidabilità delle previsioni della precedente maggioranza macronista. Il Senato, la cui maggioranza di destra e di centro era all'opposizione fino alla nomina di Michel Barnier a Matignon, negli ultimi anni era stato molto offensivo nei confronti di Bercy e Bruno Le Maire, regolarmente accusati “insincerità” et “opacità” verso il Parlamento.
Il 15 novembre il Senato dovrà ascoltare anche il predecessore di Gabriel Attal, Elisabeth Borne. La Camera alta esaminerà dalla prossima settimana il progetto di bilancio 2025 e il “60 miliardi” di euro di risparmio che pianifica.
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