Il governo australiano ha deciso di vietare l’accesso ai social network ai giovani sotto i 16 anni. Questa decisione shock è una buona idea? Abbiamo chiesto ad un esperto.
13 anni. Si tratta dell’età minima imposta dalla maggior parte dei social network ai propri utenti, senza un reale controllo. L’Australia vuole andare oltre, vietandoli ai minori di 16 anni. Con questa misura il Paese vuole impedire ai giovani di visualizzare contenuti inappropriati. Anche i social network sono responsabili di molti casi di cyberbullismo.
Per noi questo tipo di divieto non è all’ordine del giorno. E per Bruno Humbeeck, psicologo educativo, questo è piuttosto positivo. “Sono nati in un mondo che non conosceva il mondo senza social network. Quindi fingere di poterli eliminare da questo mondo è completamente illusorio. Creerete le condizioni per il silenzio, vale a dire che di fatto se ne andranno, ma senza più parlare con gli adulti se accade loro qualcosa di negativo. Perché sanno quello che sentiranno, era proibito, non dovevi andare lì“, dice.
Tra le sue raccomandazioni: sensibilizzare i giovani, nelle scuole, nelle famiglie: “È sia prevenzione che capacità di gestire il tempo trascorso davanti allo schermo. È importante non demonizzare gli schermi, ma garantire che gli schermi non trabocchino.“
In Australia saranno le piattaforme a dover garantire che i minori di 16 anni non utilizzino la loro rete. La misura è tecnicamente applicabile? Gli esperti ne dubitano. Tra i rischi citati: che i giovani eludano la legislazione e che le piattaforme ne approfittino per acquisire dati personali.
Australia Belgio i social network per smartphone vietano i social network 16 anni
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