Sei giorni dopo le inondazioni che hanno causato la morte di almeno 217 persone nel sud della Spagna, l'agenzia meteorologica del paese ha assicurato che la situazione di “crisi” era terminata. D'altro canto, ha messo in allerta rossa Barcellona e dintorni questo lunedì 4 novembre.
La Spagna non ha finito con le piogge torrenziali. Barcellona e i suoi dintorni sono stati messi in allerta rossa questo lunedì 4 novembre mentre l'agenzia meteorologica spagnola ha aggiornato la situazione “crisi” è terminato a Valencia, devastata dalle acque quasi una settimana fa. Proseguono le operazioni di ricerca nel sud della Spagna, dove le autorità temono di scoprire nuove vittime. Il numero dei decessi ammonta attualmente a 217 persone.
Nell'area metropolitana di Barcellona il traffico dei treni pendolari è stato sospeso. Il ministro dei Trasporti Oscar Puente ha annunciato che è stato istituito un comitato di crisi per monitorare l'impatto della tempesta sull'aeroporto internazionale di Barcellona-El Prat. Secondo le autorità, finora sono stati dirottati una quindicina di voli. In aree come i parcheggi si sono già verificate diverse inondazioni, riferisce il giornale Il mondo, o su diverse strade intorno a Barcellona. Tarragona, città portuale della Catalogna, si è trovata sott'acqua nella notte tra il 3 e il 4 novembre. “L’acqua ha iniziato ad entrare e non siamo riusciti a fermarla. Avevamo molta paura perché pensavamo che sarebbe stata la stessa cosa di Valencia”hanno riferito i residenti della città al quotidiano catalano Il giornale.
Situazione ancora critica a Valencia
Nella regione di Valencia mancano ancora molti residenti. Molte aree non sono state esplorate. Le autorità sono particolarmente preoccupate per la situazione del parcheggio sotterraneo di Bonaire, in un centro commerciale alla periferia di Valencia. Quasi la metà di questo seminterrato da 5.700 posti è completamente allagata. Nei giorni scorsi il personale dell'Unità militare di emergenza, che risponde alle catastrofi naturali, ha installato numerose pompe per iniziare l'evacuazione dell'acqua. I sommozzatori sono riusciti a penetrare nel sottosuolo, senza finora avvistare alcun corpo.
Nelle località più colpite dalle alluvioni prevalgono ancora rabbia e angoscia, a sei giorni dalla tragedia. Molte strade restano intasate da mucchi di auto, fango e spazzatura. Le case sono ancora senza telefono né elettricità.
Domenica, il senso di impotenza delle vittime si è trasformato in un'ondata di rabbia contro il re Felipe VI e la regina Letizia, il primo ministro Pedro Sánchez e il presidente conservatore della regione di Valencia, Carlos Mazón, che si erano arresi a Paiporta, città considerata l'epicentro della tragedia. Una folla inferocita li accolse con insulti e lanci di fango.
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