Come analizza il risultato delle elezioni comunali del 13 ottobre per il PS di Bruxelles?
È una vittoria. Il criterio più importante è la rappresentanza nei consigli comunali. E lì siamo i primi a partire, nonostante la doppia pressione del PTB e del Team Ahidar, e nonostante ci fosse stata prevista un’onda blu. Alcune persone pensano che non si vince con un buon record, io credo esattamente il contrario. Abbiamo ricordato quanto sia utile il voto della sinistra, il voto del PS.
Come è riuscito a conquistare i sindaci di Ixelles e Anderlecht, dove il PS non ha avuto la meglio la notte delle elezioni?
Ad Anderlecht, senza gli Engagés, il MR ha 11 seggi (MR e Engagés si sono presentati come un cartello, ndr)mentre il PS fa 15. E poi, avevamo una certa centralità nelle discussioni politiche e avevamo altre opzioni oltre al cartello MR-Engagés. A loro è stato quindi chiesto di fare una scelta, ritenendo che il sindaco dovesse andare al PS.
A Ixelles il MR era chiaramente in vantaggio rispetto al PS.
A Ixelles abbiamo capito subito che esisteva una vera e propria “vischiosità” tra gli impegnati nella MR, come in molti comuni, con forti esclusioni nei confronti degli ecologisti. Una coalizione progressista con gli ecologisti, sostenuta dagli Engagés, non era quindi possibile. In questa dinamica di discussioni, è stato lo stesso MR a offrirci la carica di sindaco di Ixelles.
È il MR o è Gauthier Calomne, il leader del MR a Ixelles? Si dice che Georges-Louis Bouchez (presidente del MR) e David Leisterh (presidente dei liberali di Bruxelles) volessero il sindaco, ma che la sezione locale non lo volesse.
Vi invito a porre queste domande al MR…
Le trattative sono ancora in corso a Forest e Schaerbeek. David Leisterh ha detto che o entrambi i sindaci o niente.
Il problema con i liberali è che non sappiamo veramente quale sia la loro linea. C’è, da un lato, Georges-Louis Bouchez che afferma che mettere all’opposizione il PS è una misura di salute pubblica, il che è particolarmente offensivo. E, invece, il deputato che chiede di restare sindaco in coalizione con il Ps. Non è facile da seguire. A Schaerbeek il PS è il partito leader. E il nostro leader, Hasan Koyuncu, ha ottenuto il punteggio più alto. Questi sono argomenti democratici sufficienti per rivendicare il sindaco. E non ci arrenderemo!
gabbianoAvere un presidente del partito (Georges-Louis Bouchez) che passa il suo tempo a insultare i partner non ci invita a considerare che le coalizioni con il MR siano inevitabili. L’arroganza è un lusso costoso…“
Anche nella Foresta?
Anche qui il sindaco viene legittimamente rivendicato dal PS. Ma l’aggressività del MR ci porta a chiedere opzioni diverse dalla coalizione con loro. Avere un presidente del partito che passa il suo tempo a insultare i partner non invita a considerare inevitabili le coalizioni con il MR. L’arroganza è un lusso che costa caro…
Il MR descrive Hasan Koyuncu come un “comunitario” e critica le sue capacità. Hanno torto?
Abbiamo qui una combinazione piuttosto putrida di razzismo e disprezzo sociale. Ho elementi sufficienti per dire che il veto del MR è legato alle origini del signor Koyuncu. Ha un nome: è razzismo. Lo dico tanto più perché persone come me e Ridouane Chahid (deputato del PS) non sono state risparmiate da campagne razziste e odiose. (ci mostra una montagna di commenti razzisti ricevuti, ndr). Purtroppo i candidati della seconda generazione sono ancora vittime di razzismo esplicito. Per il PS è una questione di principio. E quindi, inevitabilmente, il signor Koyuncu è il nostro candidato sindaco a Schaerbeek. Oltre al razzismo, c’è anche il disprezzo sociale. Perché il signor Koyuncu non avrebbe la capacità di essere sindaco? È deputato da dieci anni, consigliere comunale per diverse legislature e residente da sempre a Schaerbeek. Ogni giorno che passa il nostro sostegno, già totale, si rafforza.
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Anche nella sua comunità i politici sono molto critici nei suoi confronti…
In un ambiente politico competitivo, la calunnia e la diffamazione servono sempre gli interessi reciproci. Ad alcuni dà fastidio vederne emergere altri.
Hasan Koyuncu non si è distinto come parlamentare.
Dipende dalla tua percezione delle cose, ma non esiste un solo modo di fare politica. C’è lavoro sul campo, lavoro sui file… Il signor Koyuncu fa entrambe le cose. E sì, c’è un problema di razzismo endemico che risuona nel veto al MR. Ricordiamo tutti le parole di Pierre-Yves Jeholet (MR) a Nabil Boukili (PTB) (“Non sei obbligata a restare in Belgio”, le disse, ndr).
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