Per quanto riguarda le operazioni di informazione, ad esempio, le campagne di disinformazione, che sarebbero sponsorizzate dall’esterno attraverso i social media, hanno una probabilità “molto alta” di prendere di mira il Belgio, secondo l’analisi. Queste operazioni, che potrebbero durare diversi mesi, rischiano di “avere conseguenze immediate e creare panico”. Possono anche portare una parte più ampia della popolazione ad astenersi dal pensiero critico, avverte il NCCN.
Le operazioni di interferenza e spionaggio possono anche avere conseguenze dannose: erosione della fiducia nella democrazia, polarizzazione della società e perdita di influenza all’interno dell’UE e della NATO. La posizione strategica del Belgio come sede delle istituzioni internazionali lo rende particolarmente vulnerabile, poiché gli effetti delle interferenze possono “superare gli interessi belgi e influenzare la comunità internazionale”.
Sul fronte digitale, il rapporto evidenzia la crescente gamma di minacce. “Nel mondo interconnesso di oggi, i rischi informatici sono diventati pervasivi e sempre più sofisticati. Che si tratti di violazioni di dati, attacchi ransomware o spionaggio sponsorizzato dallo stato, i pericoli del cyberspazio sono molteplici e di vasta portata”, spiegano gli autori.
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