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Le vere cause nascoste dell’impennata dell’immigrazione – Lequotidien

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Oggi l’immigrazione è diventata, tra l’altro, l’unica fonte, l’unica misura del benessere, l’indicatore del successo sociale e del riconoscimento da parte del proprio popolo del merito personale. È il criterio principale di misurazione dei valori in cui si esprimono la libertà, i talenti, le capacità, fondamento delle elevate qualità morali e individuali di una popolazione squilibrata e decimata, la cui causa richiede una rapida riflessione per il fondamento della condotta di tutti.
Ma prima di affrontare la questione, dobbiamo ricordare che l’immigrazione risale a tempi immemorabili, alla nascita e all’evoluzione della vita dell’umanità, e che non esiste Paese esente dal fenomeno migratorio. Stabilirsi e lavorare stabilmente o per un lungo periodo in un Paese diverso dal proprio, infatti, è un fenomeno universale che, a dir poco, ha avuto la sua storia per aver resistito alle rotture del tempo e alle vicissitudini dello spazio . Inoltre, ha il merito di aver contribuito non solo come mezzo di vita all’individuo, ma anche come fattore essenziale nella crescita economica dei paesi. E l’esempio più illustre di ciò ce lo forniscono gli Stati Uniti d’America, nati dalle ceneri dell’immigrazione alla scoperta del continente da parte di Cristoforo Colombo nel 1492 dove apparvero i primi immigrati tra cui gli inglesi dei Mayflower (i padri pellegrini alla ricerca di un luogo di culto) nel 1620…
Tra noi possiamo citare i Fulani, popolazioni nomadi e sedentarie che lasciarono l’Egitto, nell’Africa occidentale, dal Senegal al Ciad, secondo il professor Cheikh Anta Diop: “I Fulani sarebbero dei negri che si mescolarono con elementi bianchi provenienti dall’estero all’interno di un popolo nero egiziano popolazione…” Allo stesso modo, possiamo citare i Lébous in questo libro disponibile sul sito dell’UNESCO: I Lébous: un popolo di migranti, un popolo indipendente. “L’insediamento Lebou della penisola di Capo Verde è il risultato di ondate migratorie nei secoli XV e XVI…”
Alla luce di queste considerazioni e senza soffermarsi oltre sui suoi vantaggi e sui suoi svantaggi e dopo aver constatato la sua ascesa che è stata all’origine di un’ossessione che, attualmente, ha scosso e occupato l’intera scena internazionale, ci si può chiedere: cosa è la vera causa dell’impennata dell’immigrazione? In altre parole, qual è stata la ragione decisiva dietro l’impennata dell’immigrazione?
La risposta alla domanda va cercata al crocevia tra la crescita demografica e le grandi trasformazioni scientifiche ed economiche che il mondo ha vissuto dall’inizio dell’era industriale. Alcuni studi infatti hanno dimostrato che la crescita demografica non è all’origine del sottosviluppo se ci riferiamo all’Inghilterra che si è sviluppata con una forte crescita demografica nel 1920, la Cina che contava più di 600 milioni nel 1950 diventa la seconda potenza economica del mondo nel 2015 con un Con una popolazione di oltre 1.200 miliardi di abitanti, l’India, un paese emergente con molti poveri, è diventata la nona potenza economica del mondo partendo da un piano chiamato “Rivoluzione Verde” e da “successi economici diversificati”…
Tuttavia, se la crescita demografica non è la causa del sottosviluppo, può spiegare l’aumento dell’immigrazione da un contesto sociale in cui il tasso di fertilità è eccessivo e incide sull’istruzione che non risponde più adeguatamente alle sfide del presente e del futuro. Inoltre, se parliamo di educazione, tutti gli occhi sono puntati sullo Stato mentre non c’è nessuno che sia stato all’origine dell’educazione delle sue popolazioni perché non è la sua vocazione. Infatti, una delle vocazioni dello Stato in questo ambito consiste nel mettere a disposizione mezzi materiali, tecnici e finanziari per sviluppare l’educazione delle sue popolazioni che, a sua volta, è fornita dalla famiglia.
L’educazione è l’insieme delle regole che preparano il bambino alla vita adulta, insegnandogli quelle della vita nella famiglia e nella società, dalla nascita all’età adulta. Se fallisce, la colpa è della famiglia che deve assumersi pienamente le proprie responsabilità innanzitutto davanti allo Stato. Certamente, oggi, l’educazione dei bambini si trova di fronte ad una doppia crisi di crescita e di trasformazione che richiede grandi risorse affinché le famiglie con redditi modesti si trovino sempre di fronte a difficoltà educative, per cui spetta a loro una revisione della natalità invece di aggrapparsi o attaccare lo Stato, anche se capisco che nella vita tutto è politico…
TE STESSO
Dottore in Scienze Politiche

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