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Filippine, attentati in Libano… Torna in vigore la battaglia dei minuti di silenzio

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CLEMENT MAHOUDEAU/AFP Mathilde Panot (qui nel novembre 2023) si rammarica che in Assemblea non sia rispettato un minuto di silenzio per i due francesi uccisi in Libano.

CLEMENT MAHOUDEAU/AFP

Mathilde Panot (qui nel novembre 2023) si rammarica che in Assemblea non sia rispettato un minuto di silenzio per i due francesi uccisi in Libano.

POLITICA – Il ritorno dei deputati all’Assemblea nazionale è accompagnato da una nuova tornata di polemiche. Questa volta lo stallo riguarda i minuti di silenzio. Questi si sono moltiplicati nell’emiciclo negli ultimi anni: la morte di Nahel, i massacri di Hamas, l’assassinio del professor Dominique Bernard… A seconda delle notizie, i diversi gruppi politici possono proporre di rispettare un momento di tributo, che avviene all’apertura della sessione. La proposta deve essere presentata alla conferenza dei presidenti, vale a dire il massimo organismo che esiste al Palais Bourbon, e che consente in particolare di fissare l’ordine del giorno.

Questo martedì 1° ottobre, prima del discorso di politica generale pronunciato da Michel Barnier alle 15, La France insoumise ha chiesto il rispetto di un minuto di silenzio in memoria dei due francesi uccisi in Libano dall’esercito israeliano. “Questo omaggio è stato rifiutato dalla presidente dell’Assemblea Yaël Braun-Pivet, sostenendo che già questo pomeriggio ci sarebbe stato un omaggio a Philippine”si è rammaricata il capo dei deputati della LFI Mathilde Panot durante una conferenza stampa. Secondo lei, il problema non è l’omaggio reso allo studente di 19 anni trovato morto nel Bois de Boulogne: “Ci siamo detti favorevoli a questo omaggio alle Filippine”. Se lo sono chiesto anche persone vicine a Jean-Luc Mélenchon “che ci sia un omaggio alle 103 donne che sono già morte di femminicidio quest’anno”.

“Grandi momenti di emozione nazionale”

Ma per Mathilde Panot, “questo non spiega perché non ci sia un tributo per i nostri due connazionali morti in Libano”. Secondo lui Yaël Braun-Pivet “Ho osato dire che i minuti di silenzio sono riservati ai grandi momenti di emozione nazionale”. Il Libano lo è “un milione di sfollati” e diverse centinaia di morti, insisteva il deputato della Val-de-Marne. “Ciò a quanto pare non suscita alcuna emozione nel Paese”.

Lo hanno detto anche diversi deputati di La France insoumise “scandalizzato” dall’assenza di un tributo da parte del Parlamento su questo tema. “Il Presidente dell’Assemblea Nazionale rifiuta un minuto di silenzio per i civili uccisi in Libano. Il sostegno al governo israeliano genocida continua”, infastidisce l’ex ferroviere Thomas Portes, eletto a Seine-Saint-Denis. “Con quale diritto Yaël Braun-Pivet osa rifiutare un minuto di silenzio in omaggio ai nostri compatrioti franco-libanesi uccisi nell’offensiva israeliana contro il Libano? »chiede da parte sua la deputata Sarah Legrain. “Indegno”denuncia infine Bastien Lachaud.

Ma dall’altro lato dello spettro politico, è l’atteggiamento della sinistra ad essere messo in risalto. “Speriamo che i deputati della LFI non interrompano il minuto di silenzio per rendere omaggio alle Filippine, come hanno fatto in diverse occasioni i loro attivisti e dirigenti”spiega il deputato della RN Frédéric Falcon. La battaglia sui minuti di silenzio sembra davvero (ri)lanciata.

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