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Bruno Retailleau, dal Puy du Fou al Ministero dell’Interno, un lungo pellegrinaggio

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Entrare nel governo, e questa posizione ipersensibile che è il Ministero dell’Internoè finalmente “prendi la luce” per Bruno Retailleau, Lui che si è costruito la sua immagine politica soprattutto all’ombra di personaggi più mediatici. Filippo de Villiers Incontrò per la prima volta a Puy du Fou quando aveva solo 17 anni, e divenne suo amico, poi il suo braccio destro, finché non gli fu affidata la gestione del famoso parco divertimenti della Vandea. Braccio destro in città, braccio destro anche in politica, al consiglio generale della Vandea.

Originario di Saint-Malo-du-Bois, nel bocage, Bruno Retailleau è stato eletto nel cantone di Mortagne-sur-Sèvres nel 1988, e lo è rimasto per più di 25 anni. È persino succeduto al suo mentore come presidente del dipartimento nel 2010. Retailleau – De Villiers, il duo ha lavorato anche all’Assemblea nazionale, dove uno è stato il sostituto dell’altro nel 1993. Prima l’uno, Retailleau, è succeduto all’altro, De Villiers, quando quest’ultimo si è dimesso per guidare la campagna per le elezioni europee, poi quella delle elezioni presidenziali del 1995. E poi è arrivato il litigio, persino il divorzio, violento, spietato, alla fine degli anni 2000. Villiers non poteva sopportare di vedere il suo “delfino” cercare di esistere da solo.

Dopo gli anni di Villiers, gli anni di Fillon

Bruno Retailleau era allora senatore. Si unisce all’UMP e a un altro suo amico di lunga data, François Fillon. È all’ombra dell’uomo che ha appena trascorso cinque anni a Matignon sotto la presidenza di Nicolas Sarkozy che viene adottato dai suoi nuovi amici. Al punto da essere eletto presidente dei senatori dell’UMP nel 2014 e assumere la guida della regione Pays-de-la-Loire nel 2015.

Candidato senza successo alla presidenza del partito Les Républicains nel dicembre 2022, è stato battuto al secondo turno da Éric Ciotti.

Bruno Retailleau è un uomo di record, di convinzione, conservatore sui temi sociali, cattolico convinto, liberale sul fronte economico. L’anno scorso è stato l’architetto dell’accordo tra la destra e i macronisti sulla (molto controversa) riforma delle pensioni e uno dei primi sostenitori della (altrettanto controversa) legge sull’immigrazione, votata lo scorso dicembre.

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