Il Secularism Act davanti alla Corte Suprema: il Quebec mette in guardia il successore di Trudeau

Il Secularism Act davanti alla Corte Suprema: il Quebec mette in guardia il successore di Trudeau
Il Secularism Act davanti alla Corte Suprema: il Quebec mette in guardia il successore di Trudeau
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Coinvolgimento del governo federale la contestazione del Legge sulla laicità davanti alla Corte Suprema costituirebbe un “attacco all’autonomia” del Quebec, afferma il governo Legault. Il messaggio è dunque rivolto sia ai candidati alla guida del PLC che al leader conservatore di Ottawa.

I ministri Simon Jolin-Barette e Jean-François Roberge hanno reagito prontamente giovedì alla decisione della più alta corte del paese di esaminare l’impugnazione del disegno di legge 21.

Entrato in vigore nel 2019, vieta l’uso di simboli religiosi da parte dei dipendenti statali che ricoprono posizioni di autorità (giudici, pubblici ministeri, agenti di polizia, guardie carcerarie e insegnanti) nell’esercizio delle loro funzioni.

Al momento non è nota la data di inizio delle udienze.

“Una cosa è certa, il governo del Quebec lotterà fino alla fine per difenderlo Legge sulla laicità dello Stato», affermano i due ministri in una nota scritta.

Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha sempre mantenuto l’intenzione di coinvolgere il governo federale in caso di ricorso alla Corte Suprema.

Ma con l’annuncio della sua partenza il prossimo marzo, la reazione di Ottawa diventa più incerta. I candidati alla guida del PLC, Mark Carney e Chrystia Freeland in testa, dovranno posizionarsi in fila.

Proprio come il leader conservatore Pierre Poilievre, che si dice contrario al disegno di legge 21 ma assicura, allo stesso tempo, di voler mettere l’autonomia delle province al centro della sua azione di governo.

“Un intervento del governo federale presso la Corte Suprema non solo costituirebbe una mancanza di rispetto, ma non potrebbe essere considerato altro che un attacco all’autonomia degli Stati federati”, scrivono i ministri del Quebec nella loro reazione scritta.

Risolvi il dibattito

La Corte Suprema non ha motivato le ragioni che l’hanno portata a esaminare l’impugnazione del disegno di legge 21, mentre la Corte Superiore e la Corte d’Appello hanno già ampiamente riconosciuto la legittimità delle disposizioni adottate dal governo Legault.

Solo un’esenzione era stata concessa ai consigli scolastici anglofoni, in primo grado, in virtù dei loro diritti linguistici, poi annullata dalla Corte d’Appello.

Ci saranno quindi diverse domande davanti agli otto giudici rimasti, dopo il ritiro del giudice Mahmud Jamal a causa del suo coinvolgimento negli inizi della protesta.

Secondo l’avvocato del Movimento Secolare del Quebec, Mr.e Guillaume Rousseau, la corte dovrà stabilire se il Quebec possa legittimamente utilizzare la clausola di deroga per tutelarsi da procedimenti giudiziari, ma anche pronunciarsi nel merito della legge nonché sulla possibilità per i consigli scolastici anglofoni di evitarla.

Me Rousseau non nasconde il suo disappunto nel vedere la Corte Suprema esaminare il caso, ma sottolinea che una sentenza a favore del Quebec avrebbe “ancora più risonanza in tutto il Canada di quella della Corte d’Appello”.

“Sarà davvero un messaggio molto forte inviato a tutta la federazione”, ha detto l’uomo che ha perorato la causa davanti ai due tribunali di grado inferiore.

Discriminazione

Giovedì, invece, la Federazione Autonoma dell’Istruzione ha accolto favorevolmente la decisione della Corte Suprema.

La federazione sindacale è intervenuta nella causa soprattutto a causa della “discriminazione sul lavoro” creata dalla legge.

A sua volta, il leader del PQ Paul St-Pierre Plamondon ha sfidato il leader conservatore Pierre Poilievre a rispettare l’autonomia provinciale, chiedendogli di impegnarsi a porre fine alla partecipazione federale nella contestazione della legge. 21.

“Ribadisco che i cittadini del Quebec sono gli unici padroni e responsabili delle loro leggi e che le loro scelte democratiche non dovrebbero essere ribaltate da un Canada che, chiaramente, si sente al di sopra dei cittadini del Quebec in termini di moralità o comprensione delle questioni legali”, ha dichiarato il leader. del Parti Québécois, al termine del suo caucus pre-sessione a Terrebonne.

– Con la collaborazione di Marc-André Gagnon, Ufficio parlamentare

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