Si tratta di una nuova, anzi dell’ennesima svolta nel cammino di questo testo, molto atteso da associazioni e parlamentari. Il Primo Ministro propone di separare le cure palliative dall’assistenza alla morte.
Pubblicato il 22/01/2025 08:30
Aggiornato il 22/01/2025 09:11
Tempo di lettura: 2 minuti
Difficile da seguire. Rigiriamo il film, in versione accelerata. Nel 2017, Emmanuel Macron disse di volerlo “scegliere” è pulito “fine vita” e aprirà la strada non appena salirà al potere. Ma col passare del tempo, degli anni, il presidente procrastina, esita, poi decide di lanciare la convenzione dei cittadini sul fine vita. Da dicembre 2022 ad aprile 2023, 184 francesi scelti a caso lavoreranno sul tema, prima di decidere a favore dell’eutanasia e del suicidio assistito, sotto determinate condizioni.
Il capo dello Stato ha impiegato un anno per ottenerlo. Ha poi annunciato un disegno di legge e promesso dibattiti prima dell’estate del 2024. La macchina si è messa in moto, il testo è stato infatti discusso nell’Assemblea nazionale, prima di essere bloccato dallo scioglimento. Molti mesi dopo, Michel Barnier si impegna ad offrire un posto al Palais Bourbon all’inizio di febbraio 2025, per riprendere i dibattiti. Ma la censura del suo governo è caduta il 4 dicembre. Colui che gli succede, François Bayrou, propone di ritornare a una delle idee di qualche anno fa, di leggere non uno, ma due testi, uno sulle cure palliative, l’altro sull’assistenza a morire.
Questo passo indietro non piace affatto a coloro che difendono e sostengono questo testo, a cominciare dalla presidente dell’Assemblea nazionale, Yaël Braun-Pivet, che lo ha reso noto martedì in una riunione del gruppo di deputati macronisti. Lo stesso per Olivier Falorni, del MoDem, della sua famiglia politica, il “mister in fin di vita” dell’Assemblea – che François Bayrou non si è preso la briga di consultare. Questo deputato ha raccolto tutto ciò che restava dei dibattiti prima dello scioglimento in un testo firmato da più di 230 parlamentari, e teme con questa proposta che il secondo pezzo sul fine vita venga rimandato in discussione. “Calendarie greche”.
Per alcuni il Primo Ministro cede agli oppositori della fine vita. Il sindaco di Pau, cattolico praticante, non è mai stato d’accordo. Una posizione che si allinea con quella della RN e parte della LR. Non sappiamo se ci siano state discussioni da entrambe le parti, ma qualcuno vicino a Marine Le Pen si rallegra già dei progressi.
Francia