Nel mezzo di una crisi diplomatica e politica tra la Francia e‘Algeria, una situazione di stallo che ruota attorno‘un gioco ditattiche di influenza e pressione, un evento getta la chiave nello stagno. Il festival del libro in Bretagna ha annunciato il tema della sua 36esima edizione edizione ed è sSi tratta di Kabylia, abbastanza da suscitare la rabbia di«Algeri.
Il Festival del Libro di Bretagna per la sua edizione 2025, prevista per il 25 e 26 gennaio, ha scelto quest’anno un tema speciale. Ha voluto onorare la lotta dei Cabili, della Cabilia, antico territorio che rivendica la sua indipendenza dall’Algeria, nonché il fondatore del Movimento per l’Autodeterminazione della Cabilia (MAK), Ferhat Mehenni.
La 36esima edizione di questo festival, che avrà come tema la Cabilia, avrà come ospite d’onore Ferhat Mehenni, che è anche presidente dell’Anavad (governo provvisorio della Cabilia). Letterato, politologo, scrittore, poeta e musicista, quest’uomo si distinse per la sua lotta pacifica per restituire il territorio dei suoi antenati alle sue lettere nobiliari, chiedendo l’indipendenza dell’Algeria.
La Cabilia, questo ricco territorio che un tempo era indipendente ben prima della creazione dell’Algeria, è composto da un orgoglioso popolo Amazigh che da diversi anni chiede la propria autodeterminazione. La lotta pacifica del MAK, il movimento che guida questo progetto, ha incontrato, dall’ascesa al potere di Abdelmadjid Tebboune in Algeria nel 2019, una classificazione come “organizzazione terroristica”.
I suoi membri residenti all’estero sono attivamente ricercati dalle autorità algerine. E alla loro testa c’è Ferhat Mehenni, presidente del MAK e dell’ANAVAD, scelto quest’anno per la presidenza dell’edizione del libro Bretagna. Questa scelta simbolica illustra il desiderio del festival di dare una piattaforma al popolo della Cabilia, ma anche di evidenziare la sofferenza, il viaggio di Mehenni e le sue difficili relazioni con l’Algeria.
Questa scelta si inserisce in un contesto di profonda crisi tra Parigi e Algeri e sembra rispondere a un problema che anima la scena culturale e letteraria francese, vale a dire l’incarcerazione dello scrittore franco-algerino Boualem Sansal da parte delle autorità algerine nonostante le richieste di liberazione formulate da Francia.
L’annuncio del tema del festival è stato fatto anche pochi giorni prima di Yennayer, il capodanno berbero, per dare ancora più nascondersi e mostrare rispetto per questa comunità. “Il Festival del libro di Carhaix coglie l’occasione per lanciare un’iniziativa bretone a favore del rilascio immediato dello scrittore Boualem Sansal e di tutti i prigionieri di coscienza in Algeria”, si legge sul suo sito web.
Il sito ripercorre il profilo e la carriera di Ferhat Mehenni, artista impegnato, politico e uomo di pace, sottolineando che l’invito di quest’ultimo rappresenta un omaggio al suo ruolo nella lotta culturale e umanitaria. La scrittrice Yacine Kateb lo ha soprannominato per questo “il combattente della resistenza della canzone impegnata”, ricorda l’organizzazione del festival.
“La coerenza della sua carriera politica e il suo impegno chiaramente espresso a favore della Cabilia fanno di lui l’indiscutibile precursore della decolonizzazione del popolo della Cabilia nella sua forma strutturata e moderna”, aggiunge il festival.
Si ricorda inoltre che è “in mezzo al torrente di sangue dei martiri della Cabilia che prende forma l’idea del Movimento per l’Autonomia della Cabilia (MAK), come un barlume di speranza in mezzo al dolore della un’intera regione”, e che la creazione del movimento ha avuto gravi conseguenze per Ferhat Mehenni che ha pagato con la propria carne il prezzo da quando suo figlio Ameziane è stato assassinato a Parigi nella notte tra il 18 e il 19 giugno 2004 senza l’autore del reato viene arrestato.
Mehenni ha dovuto affrontare diverse incarcerazioni in Algeria e torture, che non hanno potuto indebolire la sua determinazione a condurre la sua “lotta non violenta contro l’arbitrarietà istituzionale e la tirannia dello stato algerino. Una lotta nella quale è stato sempre pronto a sacrificare la propria vita per restituire la libertà e la dignità confiscate ai suoi fratelli Cabili.
Mentre l’Algeria considera il MAK una “organizzazione terroristica”, la Francia sottolinea il carattere pacifico delle attività del movimento, precisando che è legale sul suo territorio. La Francia ospita anche il governo provvisorio della “Repubblica di Cabilia”, che Mehenni cerca di instaurare attraverso un referendum sull’autodeterminazione.
Gli organizzatori del festival hanno sottolineato che l’evento costituisce un’opportunità per discutere questioni relative alla libertà di espressione e ai diritti umani, in un contesto di “repressione contro intellettuali e prigionieri di coscienza in Algeria”. .
In un contesto in cui le relazioni tra Francia e Algeria sono al minimo e sono segnate dalla sfiducia di entrambe le parti, soprattutto alla luce della posizione francese a sostegno della sovranità del Marocco sul Sahara, questo evento culturale ha dimensioni importanti. politiche ovvie e potrebbero complicare ulteriormente la situazione.