Grandi marchi, come Intermarché, sono nel mezzo di trattative con i loro fornitori in Francia. È anche un processo molto importante che si svolge ogni anno tra l’inizio di dicembre e il 1 marzo.
“Industriali che definirei quasi irresponsabili”
Tali trattative determinano le condizioni di acquisto dei prodotti agroalimentari per il resto dell’anno. E il minimo che possiamo dire è che Thierry Cotillard, capo di Intermarché, ha espresso la sua rabbia.
Quest’ultimo non ha esitato a denunciare gli aumenti di prezzo considerati eccessivi, proposti da alcuni produttori. In un’intervista a France Info, Thierry Cotillard ha espresso la sua insoddisfazione.
Ha sottolineato le richieste di aumento dei prezzi da parte dei fornitori. Ha dichiarato: “Industriali che definirei quasi irresponsabili sono arrivati con l’aumento dei prezzi”. Secondo lui si tratta di aumenti significativi e ingiustificati.
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Per il prossimo anno, dopo un periodo di forte inflazione dei prodotti alimentari, l’obiettivo dei negoziati era chiaramente quello cercare di controllare i prezzi. D’altra parte, il capo di Intermarché ha ammesso che questo obiettivo “non è completamente vinto”.
Tuttavia, le trattative commerciali sono molto importanti. E per una buona ragione determinano non solo i prezzi di acquisto dei prodotti per i supermercati, ma anche il modo in cui questi prodotti verranno presentati sugli scaffali.
Questo rivelerà anche le promozioni offerte. Si sono invece presentati alcuni fornitori, in particolare grandi marche aumenti di prezzo tra il 6 e l’8% circa. Questo è un aumento giudicato “enorme e totalmente non correlato alla realtà economica”.
Il capo arrabbiato di Intermarché
Secondo il direttore di Intermarché, i costi industriali legati alla produzione dei prodotti, come il gas, i contenitori o il trasporto, sono inferiori rispetto allo scorso anno. Ciò vale anche per i prezzi di molte materie prime agricole.
E questo, come lo zucchero, l’olio o il grano duro, è diminuito. Solo pochi prodotti, come burro e cacao, hanno registrato aumenti marcati. Nonostante ciò, i principali fornitori continuano a richiedere aumenti considerevoli.
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Il capo dell’Intermarché Thierry Cotillard ha messo in dubbio questa strategia. Poi sbottò: “Lasciate che i marchi nazionali presuppongano questa speranza […] è nutrire il dividendo degli azionisti”.
Questa critica prende di mira direttamente la pratica di alcuni grandi marchi che sembrano privilegiare i propri profitti e dividendi a scapito dei consumatori e gli sforzi dei distributori per limitare l’impatto dell’inflazione sui prezzi nei negozi.
D’altro canto, il titolare di Intermarché ha accolto con favore le richieste dei fornitori più piccoli. Questi ultimi hanno proposto aumenti molto più ragionevoli, con una media del 2,8% rispetto al 6,4% delle grandi. Una cosa è certa, le trattative si stanno rivelando piuttosto complicate.