“Ciò significa che dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per mantenere la rotta”, ha affermato, chiedendo “un’azione climatica all’avanguardia nel 2025”. “C’è ancora tempo per evitare la peggiore catastrofe climatica. Ma i leader devono agire adesso”, ha sottolineato.
L’OMM fornisce valutazioni della temperatura basate su molteplici fonti di dati per supportare il monitoraggio internazionale del clima e fornire informazioni autorevoli al processo di negoziazione dei cambiamenti climatici delle Nazioni Unite. I set di dati provengono dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF), dall’Agenzia meteorologica giapponese, dalla NASA, dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti, dal Met Office del Regno Unito -United in collaborazione con l’Unità di ricerca climatica dell’Università dell’East Anglia (HadCRUT) ) e Berkeley Terra.
“La storia del clima si sta svolgendo davanti ai nostri occhi. Non abbiamo avuto solo uno o due anni record, ma un intero decennio. Questo sviluppo è stato accompagnato da condizioni meteorologiche estreme e devastanti, dall’innalzamento del livello del mare e dallo scioglimento dei ghiacci, il tutto alimentato da livelli record di gas serra causati dalle attività umane”, ha affermato Celeste Saulo, segretario generale dell’OMM.
“È importante sottolineare che un solo anno sopra 1,5°C NON significa che non raggiungeremo gli obiettivi di temperatura a lungo termine dell’Accordo di Parigi, che vengono misurati su decenni anziché su un periodo di tempo individuale. Tuttavia, è essenziale riconoscere che ogni frazione di grado di riscaldamento è importante. Sia al di sotto che al di sopra di 1,5°C di riscaldamento, ogni ulteriore aumento del riscaldamento globale aumenta l’impatto sulle nostre vite, sulle nostre economie e sul nostro pianeta”, ha aggiunto. Si noti che la pubblicazione dei sei set di dati sulla temperatura è stata coordinata tra le istituzioni per evidenziare le condizioni eccezionali prevalenti nel 2024.
Uno studio separato pubblicato su Advances in Atmospheric Sciences ha scoperto che il riscaldamento degli oceani nel 2024 ha svolto un ruolo chiave nelle temperature record. Secondo lo studio condotto dal professor Lijing Cheng dell’Istituto di fisica dell’atmosfera dell’Accademia cinese delle scienze, l’oceano è il più caldo mai registrato dall’uomo, non solo in superficie, ma anche nei 2.000 metri superiori.
Allo studio ha partecipato un team di 54 scienziati provenienti da sette paesi e 31 istituti. Circa il 90% del calore in eccesso dovuto al riscaldamento globale viene immagazzinato negli oceani, rendendo il contenuto di calore degli oceani un indicatore critico del cambiamento climatico. Dal 2023 al 2024, l’aumento del contenuto di calore degli oceani a 2.000 m di profondità sarà di 16 zettajoule (10 joule elevato a 21), ovvero circa 140 volte la produzione totale di elettricità a livello mondiale nel 2023, secondo lo studio, che è sulla base di tutti i dati dell’Istituto di Fisica Atmosferica.