Il magistrato inquirente della Procura finanziaria, incaricato dell’indagine sulla malversazione di fondi pubblici nell’ambito del Programma delle proprietà agricole comunitarie (PRODAC), cerca di ottenere chiarimenti sui fatti contestati a Mamina Daffé (ex coordinatrice del PRODAC) e Ibrahima Cissé (direttore della società Tida), entrambi sottoposti a mandato d’arresto lo scorso novembre. Sono accusati in particolare di frode ai danni di fondi pubblici, falsificazione e utilizzo di documenti bancari privati falsi, riciclaggio di denaro, nonché complicità in questi reati.
In questo contesto, il gip della prima società finanziaria ha emesso, il 6 gennaio, un’ordinanza che disponeva lo svolgimento di una perizia affidata alla società di revisione e perizia (Adr) di Abdoulaye Dramé. La perizia deve essere resa entro 60 giorni.
Il magistrato chiede alla società di revisione e perizia di verificare se le attività delle società Tida e Itta rispettano i termini del contratto firmato, che dovrebbe garantire il transito delle apparecchiature PRODAC verso i siti finali. L’esperto è inoltre invitato a specificare le misure adottate da queste due società per la consegna delle attrezzature.
Infine, il giudice richiede la produzione di tutte le fatture convalidate che hanno dato luogo a pagamenti, nonché uno studio comparativo dei prezzi praticati.