Dopo un primo tentativo fallito il giorno prima, il nuovo governo della Nuova Caledonia ha nominato mercoledì 8 gennaio il suo presidente, il non indipendentista Alcide Ponga.
Gli undici membri del governo dell’arcipelago francese nel Pacifico del Sud si sono riuniti nuovamente per l’elezione del loro presidente e questa volta hanno raccolto sei voti a favore di Ponga, del movimento Rassemblement-Les Républicains.
Il suo concorrente, Samuel Hnepeune, ha ottenuto tre dei cinque voti per l’indipendenza. L’Unione Nazionale per l’Indipendenza, che ha due seggi, ha scelto di astenersi.
Sindaco di Kouaoua
Alcide Ponga proviene da una famiglia Kanak non indipendente. Sindaco dal 2014 della piccola città mineraria di Kouaoua, sulla costa orientale dell’isola principale, è anche presidente del Rassemblement-Les Républicains dal 21 aprile 2024. È il primo Kanak a ricoprire questa carica.
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Laureato in scienze politiche, Ponga, 49 anni, ha trascorso la sua carriera nel settore minerario, oggi in grande difficoltà ma che rimane il principale fornitore di lavoro privato nell’arcipelago. Succede all’indipendentista Louis Mapou, il cui governo è stato rovesciato il 24 dicembre 2024 con l’uscita del partito di centrodestra Calédonie ensemble.
Il nuovo governo è stato eletto martedì dal Congresso della Nuova Caledonia, l’assemblea deliberativa del territorio, ma non è riuscito a trovare subito un accordo sul presidente. Alcuni separatisti, tra cui Caledonia insieme, si sono poi astenuti nonostante la candidatura di Philippe Dunoyer, dalle loro fila. Ha annunciato le sue dimissioni dal governo, meno di un’ora dopo le elezioni, a causa delle divisioni all’interno del gruppo non indipendentista.
Louis Mapou deposto per la sua “mancanza di fermezza” nei confronti dello Stato
Più di sette mesi dopo le violente rivolte, l’arcipelago è precipitato nell’incertezza a causa del rovesciamento del governo in carica da tre anni. I membri del governo della Nuova Caledonia sono eletti con voto di lista. In caso di dimissioni, subentra chi segue le dimissioni. Solo le dimissioni dell’intera lista provocano la caduta del governo.
Questo è lo scenario che si è verificato il 24 dicembre, con la partenza insieme dalla Caledonia. Il movimento ha criticato l’esecutivo di Louis Mapou per questo “mancanza di fermezza” di fronte allo Stato nell’ambito delle trattative per gli aiuti alla ricostruzione del territorio.
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L’economia della comunità è stata messa al tappeto dall’insurrezione iniziata il 13 maggio 2024, dopo l’adozione da parte dell’Assemblea Nazionale di Parigi di una riforma molto controversa del corpo elettorale caledoniano. Situata a 17.000 chilometri da Parigi, la Nuova Caledonia è stata devastata da sei mesi di tensioni insurrezionali, in un contesto di proteste indipendentiste da parte dell’elettorato in occasione delle elezioni provinciali, cruciali per il territorio.
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I disordini sono costati la vita a 14 persone e hanno causato danni per oltre 2 miliardi di euro. La votazione, che avrebbe dovuto svolgersi nel 2024, dovrà tenersi alla fine del 2025.