La “trudeaumania” è davvero una cosa del passato. Justin Trudeau, Primo Ministro del Canada per dieci anni, ha annunciato lunedì 6 gennaio che si dimetterà dal suo incarico una volta che il suo partito, il Partito Liberale Canadese, avrà eletto un nuovo leader. Dopo diversi mesi di sospensione, il leader ha finito per cedere, screditato nei sondaggi e abbandonato dal suo stesso campo. Franceinfo ripercorre un decennio che ha visto la stella del paese, l’incarnazione della modernità in politica, svanire e passare dall’entusiasmo alla sfiducia nell’opinione pubblica canadese.
2015-2017: la luna di miele
Il 19 ottobre 2015 i liberali hanno fatto esplodere la loro gioia. Dopo quasi dieci anni al potere, l’austero e reazionario Stephen Harper (Partito conservatore) venne spazzato via. Il suo carnefice ? Il giovane Justin Trudeau, 43 anni. Figlio dell’ex primo ministro Pierre Elliott Trudeau, fece un clamoroso ingresso in politica, ottenendo la maggioranza assoluta alla Camera dei Comuni. Come Barack Obama negli Stati Uniti, il deputato della circoscrizione elettorale di Papineau a Montreal si presenta come una stella giovane e glamour. Lo promette “modi soleggiati” e scatena l’entusiasmo.
La risposta “Perché è il 2015”per spiegare la parità di genere e giustificare una migliore rappresentanza delle minoranze all’interno del suo primo governo, ha fatto impressione. I suoi viaggi all’estero a volte ricordano i viaggi di una rock star, con le ragazze in fila per un selfie.
Viene quindi visto come un leader ecologico, moderno, difensore dei diritti dei rifugiati e delle popolazioni indigene. Nel luglio 2017, mentre Donald Trump era alla Casa Bianca, la rivista americana Rolling Stone meraviglie in copertina : “Perché non può essere il nostro presidente ?” Con sgomento dei conservatori, mostra contrizione a nome del suo Paese, chiedendo scusa alla popolazione indigena o alla comunità LGBT.
2018-2021: tempo di dubbi
A tre anni dall’arrivo al potere, il carisma del primo ministro non basta più e le critiche si fanno sempre più veementi. I difensori dell’ambiente esprimono la loro rabbia per alcune decisioni, in particolare quella di favorire i combustibili fossili prodotti nel paese. “Per molti ambientalisti, in Canada come altrove, Justin Trudeau nega con questa manovra il suo desiderio, spesso espresso, di combattere frontalmente il cambiamento climatico”riassume il ricercatore canadese Jocelyn Coulon in un articolo pubblicato nel giugno 2018 su Il mondo.
Anche Justin Trudeau rinuncia alla sua promessa di punta di riformare il sistema di voto maggioritario, riproduzione pura e semplice del sistema britannico. D’altra parte, i liberali hanno approvato, come si erano impegnati, un disegno di legge che legalizza il consumo di cannabis, decisione criticata dai conservatori, che hanno criticato anche la gestione delle finanze e del deficit.
Anche nel panorama internazionale la stella di Trudeau sta tramontando. Durante un viaggio ufficiale in India, nel febbraio 2018, scoppiò un incidente diplomatico, quando la diplomazia canadese dovette annullare in fretta l’invito rivolto a un estremista sikh, condannato a vent’anni di carcere per l’attentato nel 1986 in Canada ad opera di un politico indiano. Particolarmente complicati sono i rapporti del primo ministro con Donald Trump, che è al suo primo mandato alla Casa Bianca. Durante un vertice del G7, il presidente americano sferra i suoi colpi, lo chiama “Debole” et “disonesto” dopo le critiche di Ottawa alla politica commerciale di Washington.
Nel 2019, nel pieno della sua campagna per la rielezione, l’immagine di Justin Trudeau è stata gravemente danneggiata quando una foto, risalente al 2001, che lo mostrava vestito con un costume da Aladino, con il viso coperto di trucco nero, è stata portata alla luce dagli agenti Tempo. “All’epoca non pensavo che fosse razzista. Riconosco oggi che è stato così e sono profondamente dispiaciuto”lui reagisce.
I dubbi sorgono la notte delle elezioni, il 22 ottobre : Justin Trudeau mantiene il potere, ma perde la maggioranza assoluta. D’altro canto, l’impossibile alleanza tra i partiti d’opposizione (conservatori, sinistra e indipendentista del Quebec) gli offre ancora una certa stabilità al potere.
La crisi del Covid-19 gli dà poi l’opportunità di presentarsi come il protettore del Paese. I suoi piani di aiuto ai disoccupati e alle imprese convincono la popolazione. Tre quarti si dicono d’accordo con la sua gestione della pandemia nella primavera del 2020, poi riferita Il mondo di TV5. È “popolarità inaspettata”giudice, dentro L’Opinioneil politologo canadese Frédéric Boily.
Justin Trudeau cerca di approfittarne l’anno successivo indire elezioni anticipate nel settembre 2021. Risultato : un voto che non modifica in alcun modo le forze presenti. Nel frattempo il Primo Ministro si è trovato invischiato in una vicenda imbarazzante e piena di scandali. HAaccusato di aver violato la legge sul conflitto di interessi nell’aggiudicazione di un importante appalto a un’associazione che retribuiva i suoi familiari, venne definitivamente scagionato nel maggio dello stesso anno dal Commissario all’Etica.
Alla fine il Partito Liberale ottenne cinque seggi ma rimase in minoranza. Un accordo triennale con il Nuovo Partito Democratico (a sinistra) gli permette di prevederlo, ma il Primo Ministro sa di essere sotto sorveglianza.
2022-2024: crisi, fino all’autunno
Nelle settimane successive, il governo di Justin Trudeau si trovò ad affrontare una difficile situazione economica. Come altrove nel mondo, il Canada si trova ad affrontare un’inflazione galoppante. A ciò si aggiunge la crisi immobiliare, nonché la carenza di offerta e di manodopera. Nel marzo 2022 si registrano un milione di posti vacanti (un record), in particolare nei servizi sanitari e di assistenza sociale, sottolinea Radio-Canada.
La vaccinazione contro il Covid-19 ha procurato al leader un’altra crisi, all’inizio del 2022, mentre il Paese ha posto fine alle misure per affrontare la pandemia più tardi rispetto ad altri. Le strade di Ottawa sono state bloccate per diverse settimane dal “Freedom Convoy”, un movimento di manifestanti contro la politica sanitaria del governo. Criticata la scelta di Justin Trudeau di ricorrere alla legge sui poteri eccezionali per porre fine ai blocchi.
Di fronte, l’avvento di un nuovo leader del Partito conservatore, quello populista Pierre Poilievre, non aiuta gli affari dei liberali. Mese dopo mese, i sondaggi peggiorano sempre di più. Il 2024 si sta trasformando in un “annus horribilis”. Il suo partito ha subito amari fallimenti durante le elezioni suppletive. Soprattutto, a fine anno, la sinistra ha messo fine all’accordo stretto con Justin Trudeau, esponendolo a una mozione di censura sognata dai conservatori.
I colpi sempre più forti di Pierre Poilievre si mescolano alla sfiducia dello stesso campo di Justin Trudeau, allarmato dai sondaggi catastrofici, che promettono un’ondata conservatrice. Allo stesso tempo, la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti e le promesse del miliardario di aumentare le tasse sui prodotti canadesi stanno indebolendo ciò che resta della fiducia nella capacità del Primo Ministro di gestire adeguatamente gli affari del Paese.
“Sicuramente è rimasto al potere un anno di troppo e così finisce per essere un po’ una coda di pesce”stima Geneviève Tellier, professoressa di scienze politiche a Ottawa, all’AFP. Definendosi come a “battendo”Justin Trudeau respinge ripetutamente le richieste di dimissioni, rifiutandosi di ammettere la sconfitta. Ma ila colpo di grazia è la partenza, il 16 dicembre, del suo vice primo ministro, Chrystia Freeland, che manifesta i suoi disaccordi su come gestire la guerra economica che si profila con gli Stati Uniti. Justin Trudeau si è dimesso il 6 gennaio, rendendosi conto di non avere più la fiducia del suo popolo. Per Geneviève Tellier, la delusione è oggi tanto più grande nell’opinione pubblica quanto quella del leader canadese “così promesso”.