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L’Algeria è impegnata in una guerra ibrida in Francia?

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Sei influencer algerini o franco-algerini sono stati arrestati dalle autorità francesi con l’accusa di promuovere e incitare all’odio e/o addirittura incitare ad atti violenti in Francia. Arrivano questi arrestisecondo un attivista, in un contesto più ampio, quello di una strategia di odio online portata avanti dal regime algerino.

Tra Algeria e Francia non va più niente bene. Già da diversi mesi Algeri ha mostrato i denti per manifestare il suo malcontento e cercare di esercitare pressioni, in particolare sulla questione dei rapporti tra Francia e Marocco e sul sostegno di Parigi alla sovranità marocchina sul Sahara.

L’ultimo atto di questa sfida di Algeri, che aveva già rifiutato la riconciliazione proposta dal presidente Emmanuel Macron e le tante mani tese dalla Francia, risale al momento in cui Parigi ha espresso il suo sostegno alla sovranità del Marocco sul Sahara. L’Algeria ha manifestato la sua disapprovazione ritirando il suo ambasciatore invece di emettere un semplice richiamo.

In un altro segno di inimicizia, l’Algeria ha incarcerato lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal per aver fatto dichiarazioni storiche sulla colonizzazione in Algeria e un confronto con il Marocco.

In cambio, la Francia sembra aver risposto alle chiamate del giornalista e informatore algerino in esilio, Chawki Benzahra, il quale sosteneva che gravi minacce stavano prendendo di mira la Francia e che questa era una strategia ben definita del regime algerino.

Gli influencer algerini Youcef Zazou, Imad Tintin e Doualemn sono stati tutti arrestati dalla giustizia francese. Imad Tintin è stato arrestato venerdì sera a Echirolles, vicino a Grenoble, dopo aver pubblicato un video, poi rimosso, che invitava a “bruciare vivi, uccidere e stuprare sul suolo francese” mentre Doualemn è stato arrestato domenica a Montpellier, per aver pubblicato su Tiktok video che incitavano alla violenza. atti.

“Uccidetelo, lasciatelo soffrire”, lo sentiamo dire in uno dei suoi video, prendendo di mira un manifestante algerino anti-regime.

Allo stesso modo sono seguiti altri influencer algerini, tra cui Sofia Benlemmane, nota per le sue numerose scappatelle, i suoi appelli all’odio e la sua partecipazione a manifestazioni filo-algerine, così come Abdesslam “Bazooka” e Laksas06.

Sofia Benkemmane sarebbe stata arrestata in seguito ad una diretta su TikTok realizzata a settembre in cui insultava un’altra donna dicendo “n…. tua madre, tu e la tua Francia”. Abdesslam Bazooka, dal canto suo, attacca gli oppositori del governo algerino descritti come “traditori” in un video in arabo pubblicato su TikTok il 10 dicembre e minaccia di “tagliargli la gola”.

E infine, il soprannome Laksas06, ripreso l’11 dicembre da un audio di un altro franco-algerino in cui presenta i membri della diaspora algerina in Francia come “soldati dormienti” pronti a diventare “martiri” per difendere l’Algeria.

Secondo Chawki Benzehra, attivista politico e informatore algerino che ha condotto l’arresto dei tre influencer, Doualemn ha preso di mira specificamente “coloro che volevano manifestare il 1° gennaio contro il regime algerino, e un giovane attivista di cui vuole la morte perché una persona di nome Cohen ha condiviso il suo video” secondo un post sul social network su X.

Nelle dichiarazioni alla stampa, l’attivista ricorda che si tratta di una guerra elettronica condotta dall’Algeria contro diversi paesi, tra cui la Francia ma soprattutto il Marocco.

“La classe politica francese deve rendersi conto che esiste un pericolo. Che il regime algerino sta conducendo una guerra ibrida contro la Francia, per destabilizzare la Francia”. Una campagna che si svolge in un contesto particolare tra i due paesi, soprattutto da allora “il riconoscimento della natura marocchina del Sahara”, stima Chawki Benzehra al microfono di Europe 1.

“C’è stata negli ultimi mesi, anche un po’ negli ultimi due anni, un’ondata di influencer che si definiscono nazionalisti, con dietro questa idea dell’Algeria presa di mira da un complotto a volte marocchino, a volte sionista, o anche francese. Dietro ci sarebbe Israele. Quindi possiamo vedere chiaramente che dietro c’è un’intera organizzazione”, ha aggiunto.

In una dichiarazione a Hespress, ha rafforzato questa teoria affermandolo “La posizione francese a favore dell’integrità territoriale del Regno del Marocco ha provocato un terremoto all’interno del regime algerino, che ha fatto risuonare i suoi portavoce mediatici e elettronici, soprattutto tra i dirigenti algerini”.

Ha sottolineato la mobilitazione della comunità algerina in Francia per alimentare il discorso della violenza e dell’odio, minacciare coloro che si oppongono alle politiche di questo regime e promuovere l’esistenza di una cospirazione franco-marocchino-israeliana. prendendo di mira l’Algeria.

Benzahra ha anche puntato il dito contro Mehdi Ghezzar, che sarebbe la mente dietro questa cacofonia di influencer. Ricordiamo che Mehdi Ghezzar, un imprenditore algerino residente in Francia, ha fatto notizia insultando il Marocco, cosa che ha portato alla sua estromissione dall’RMC lo scorso agosto. Ed è anche colui che è stato ingaggiato dalla presidenza algerina per orchestrare la campagna elettorale per il secondo mandato di Abdelmadjid Tebboune.

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