Per due settimane, Yoann Richomme e Charlie Dalin sono stati impegnati in un’intensa battaglia nel Vendée Globe. Anche a terra le squadre sperimentano questo duello. “C’è la solita sensazione quando si corre di guardare la classifica, stringere i denti e incrociare le dita che le cose vanno bene”, dice Romain Ménard, team manager del Paprec Arkéa, che continua: “ E la situazione attuale è particolarmente entusiasmante. Stiamo ancora sperimentando qualcosa di davvero incredibile. Al Corno aspettavamo il messaggio del direttore di gara per dirci che Yoann lo aveva attraversato poi il messaggio di Yoann per dirci se aveva preso il comando o se aveva visto Charlie.
Jean-Luc Nélias, team manager di Macif Santé Prévoyance, aggiunge: “Le giornate si susseguono e sono un po’ simili. Sono passati 45 giorni dall’inizio del Vendée Globe e dobbiamo portarlo avanti per altri venti giorni”.
“Se le barche sono affiancate, eseguo solo un percorso”
Ovviamente, questo duello aggiunge anche pressione sul terreno. “Quando le due barche sono affiancate, percorro solo un percorso perché il risultato sarà lo stesso (ride). Quando c’è un varco, guardiamo la barca davanti o dietro per vedere se c’è il rischio di cadere o di essere catturati…”, precisa Jean-Luc Nélias.
Al Paprec Arkéa, a Lorient, ogni martedì c’è un piccolo rito: “Tutti si incontrano in ufficio. Ci permette di vederci, guardare la mappa, fare percorsi insieme… tutti speculano”, dice Romain Ménard, un po’ frustrato dal passaggio del Corno: “Era mezzanotte e mezza. Concretamente non volevo andare a letto, volevo sapere. Sono rimasta sola sul divano ad aspettare, guardando il telefono. Non c’è il furioso stadio che grida: “Go Yoann o Go Paprec Arkéa!” » ».
“Devono incontrarsi al supermercato o al bistrot”
Mancano ancora una ventina di giorni di gara e tutti sanno che nulla è deciso. “Ho un ottimo amico che è il capitano della barca di Macif Santé Prévoyance (Jean-Yves Gau) e gli ho mandato esattamente: “Stai bene, il tuo pacemaker regge?” “, scherza il Team Manager della Richomme.
Jean-Luc Nélias, residente a Quimper, non incontra nessuno ma sa che “tre quarti dei ragazzi in attesa sono a Lorient e devono incontrare la squadra Paprec al supermercato o al bistrot con cui devono scambiare due, tre parole”. Il rispetto tra queste due squadre è grande. “Entrambe hanno barche un po’ danneggiate dalla fatica e dall’usura. Potrebbero esserci degli sconvolgimenti. E poi la strategia, la tattica, le capacità specifiche di ogni barca… Siamo comunque un po’ tesi perché la situazione significa che possiamo vincere o perdere il Vendée Globe. Aggiunge pathos a questa storia”, aggiunge Jean-Luc Nélias, che resta cauto.
“Ci sono mosse da fare”
Romain Ménard continua: “Questo è un periodo in cui le barche manovreranno di più e questo a volte è quando l’attrezzatura è più richiesta anche se c’è un po’ meno vento da sud. Sappiamo che è lunga, che ci sono mosse da fare”.
Gli skipper, così come i team, rimarranno quindi vigili: “È una bella regata ma oggettivamente, quando vedi Yoann percorrere 500 miglia mentre è accanto a Thomas Ruyant, non è un grosso problema dato che Thomas è ora 1.500 miglia indietro! C’è grande rispetto per le altre squadre che hanno lavorato tanto quanto noi. Siamo sulla nostra tabella di marcia ma siamo anche consapevoli che dobbiamo rimanere umili”.