Reinventare la visione del Sud del mondo
Da parte sua, Jacques Attali, scrittore ed economista, precisa la rilevanza del termine “Sud globale”, che considera antiquato. Per lui, la vera distinzione oggi sta tra regimi democratici e totalitari, con una zona grigia di paesi in transizione.
Secondo Attali, il Sud tende ad adottare lo stile di vita del Nord, in particolare l’individualismo imposto dall’Occidente. “L’individualismo è diventato la norma, ma la vera domanda è se alla fine la democrazia trionferà sulle dittature”, afferma.
Indipendenza e unità per un Sud potente
Per Erika Mouynes, ex ministro degli Esteri di Panama, il Sud deve smettere di dipendere dai modelli del Nord. Chiede “maggiore dialogo e cooperazione tra i paesi del Sud” promuovendo al contempo le competenze e le risorse già disponibili in questa regione.
Omar Hilale condivide questa opinione e insiste sull’importanza di creare un clima di fiducia e di unità tra i paesi del Sud. “Il Sud è plurale, ma capace di diventare unito, potente e incisivo. Insieme possiamo raggiungere risultati inimmaginabili”, insiste.
Verso un nuovo equilibrio globale
Gli interventi durante questo workshop tenutosi a margine dei Dialoghi Atlantici hanno evidenziato l’urgenza che il Sud del mondo prenda in mano il proprio destino. Facendo affidamento su iniziative strategiche come quelle del Marocco e rafforzando la cooperazione tra i suoi attori, il Sud può affermarsi come una forza importante su scala internazionale.
Il percorso verso un Sud forte passa attraverso l’indipendenza economica, l’unità politica e la capacità di innovare, valorizzando al contempo le proprie risorse e competenze interne. La sfida è immensa, ma lo sono anche le opportunità.