Martedì Aminata Touré ha parlato con forza al forum annuale dell’Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite in Portogallo su questioni cruciali per l’umanità e il futuro dell’Africa.
Ha iniziato il suo intervento con una domanda essenziale: “Cosa significa civiltà nel 2024?” » Secondo lei, la civiltà è uno sviluppo sociale e culturale umano considerato avanzato, ma ha poi sottolineato l’assurdità di questa definizione di fronte agli orrori vissuti a Gaza. Oltre 42.000 vittime, tra cui migliaia di bambini, pongono la domanda: in che tipo di civiltà viviamo? Come possiamo giustificare la sofferenza inflitta a persone innocenti sotto le bombe incessanti?
Aminata Touré ha poi parlato della dolorosa storia dell’Africa, evidenziando le atrocità subite dai popoli africani e dalla diaspora nera nel corso dei secoli, compresa la schiavitù e la colonizzazione. Ha ricordato che 12,5 milioni di africani furono ridotti in schiavitù e deportati nel Nuovo Mondo, e che l’Africa pagò un prezzo pesante con la colonizzazione, la violenza e il furto delle sue risorse. Per lei, la riparazione dei crimini passati è un imperativo e ha invitato le Nazioni Unite e l’Alleanza delle Civiltà a sostenere gli sforzi per ottenere giustizia.
Ha inoltre sottolineato che l’Africa ha un potenziale immenso, con una popolazione giovane e dinamica, che possiede risorse strategiche essenziali. Aminata Touré ha concluso sottolineando l’importanza dell’impegno dei giovani nella costruzione di un mondo più civile, dove la giustizia riparativa, e non la vendetta, possa consentire di correggere i torti storici.
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