La crescita economica in Marocco rallenta al 2,5% nel primo trimestre del 2024 (HCP)

La crescita economica in Marocco rallenta al 2,5% nel primo trimestre del 2024 (HCP)
La crescita economica in Marocco rallenta al 2,5% nel primo trimestre del 2024 (HCP)
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La definizione dei conti nazionali per il primo trimestre del 2024 evidenzia un rallentamento della crescita deleconomia nazionale attestandosi al 2,5% invece del 3,9% dello stesso trimestre dell’anno precedente. Le attività non agricole hanno mostrato un aumento del 3,2% e quelle del settore agricolo una diminuzione del 5%.

Tirato dal domanda internaquesta crescita è stato effettuato in un contesto di inflazione controllata e di miglioramento della capacità di finanziamento dell’economia nazionale.

Rallentamento della crescita economica in Marocco

IL valore aggiunto Di settore primario in volume, al netto della stagionalità, si sono contratti del 4,3% nel primo trimestre 2024, dopo aver registrato un aumento dell’1,7% nello stesso trimestre dell’anno precedente. Questo calo è dovuto al forte calo del valore aggiunto dell’agricoltura, pari al 5% invece di un aumento del 2,1%, e all’aumento di quello della pesca del 10% invece di un calo del 4,8%.

Da parte sua, il valore aggiunto di settore secondario ha ottenuto un aumento del 3,6% invece di un calo dello 0,4% nello stesso periodo dell’anno scorso. Ciò è stato il risultato del rallentamento delle attività dell’industria manifatturiera al 2,1% invece di un aumento del 3% e dell’aumento del valore aggiunto:

• del settore estrattivo del 17,7% invece che del 12,1%;

• elettricità, gas, acqua, servizi igienico-sanitari e rifiuti del 3% anziché una riduzione del 3%;

• costruzioni e lavori pubblici del 2,5% anziché una riduzione del 3%.

Inoltre, il valore aggiunto di settore terziario ha registrato un rallentamento del tasso di crescita dal 6% dello stesso periodo dell’anno precedente al 3% nel primo trimestre del 2024. È stato caratterizzato dal rallentamento delle attività di:

• Servizi finanziari e assicurativi al 3,9% invece del 7,3%;

• Ricerca e sviluppo e servizi alle imprese al 3,6% anziché al 4,3%;

• Trasporti e magazzinaggio al 3,4% anziché all’8,7%;

• Servizi di istruzione, sanità e azione sociale al 2,9% invece del 4,2%;

• Servizi immobiliari al 2,1% anziché al 2,7%;

• Alloggio e ristorazione all’1,9% anziché al 55,8%;

• Informazione e comunicazione all’1,3% anziché al 3,1%;

e l’aumento di quelli:

• servizi forniti dalla Pubblica Amministrazione generale e previdenza sociale al 3,4% anziché al 3,1%;

• commercio e riparazione di veicoli del 2,7% anziché dell’1,4%.

In totale, il valore aggiunto di attività non agricole ha registrato un rallentamento del tasso di crescita dal 3,9 dello stesso trimestre dello scorso anno al 3,2%.

In queste condizioni, e tenendo conto dell’aumento del 5,5% del volume delle imposte al netto dei sussidi sui prodotti, il Prodotto Interno Lordo (PIL) in volume ha registrato nel primo trimestre dell’anno 2024 una crescita del 2,5% anziché del 3,9% anno prima.

Controllo dell’inflazione e netto miglioramento della domanda interna

A prezzi correnti, il PIL è aumentato del 3,8%, determinando un aumento del livello generale dei prezzi dell’1,3%.

IL domanda interna è aumentato del 3,6% nel primo trimestre del 2024 invece dello 0,3% dello stesso trimestre dell’anno precedente, con un contributo alla crescita economica di 3,7 punti invece di 0,3 punti un anno prima.

Ecco come spesa del consumatore le famiglie hanno registrato un aumento del 3% invece che dello 0,9%, con un contributo alla crescita di 1,9 punti invece di 0,6 punti. I consumi finali delle pubbliche amministrazioni, dal canto loro, hanno mostrato un rallentamento del tasso di crescita passando dal 4,5% dello stesso periodo dell’anno precedente al 3,9% nel primo trimestre del 2024 con un contributo alla crescita di 0,7 punti anziché 0,9 punti.

Inoltre, il tasso di incremento degli investimenti lordi (GFCF, variazione delle scorte e acquisti netti di oggetti di valore) è aumentato del 4,6% invece di un calo del 5% nel primo trimestre del 2023, contribuendo così positivamente alla crescita di 1 punto invece che un contributo negativo di 1,2 punti.

In termini di commercio estero di beni e servizi in volume, sia le esportazioni che le importazioni hanno registrato forti aumenti nel primo trimestre del 2024. Questo è il motivo per cui le importazioni di beni e servizi hanno mostrato un aumento del 9,5% anziché del 7,8%, con un contributo negativo al crescita di 4,1 punti invece di un contributo negativo di 3,7 punti, nello stesso periodo dello scorso anno. Da parte loro, le esportazioni sono aumentate del 7,3% invece del 18,6%, con un contributo alla crescita di 3 punti invece di 7,4 punti un anno prima.

In questo contesto, il commercio estero di beni e servizi ha fornito un contributo negativo alla crescita, attestandosi a 1,1 punti invece di un contributo positivo di 3,6 punti nel primo trimestre del 2023.

Miglioramento della capacità di finanziamento dell’economia nazionale

Con un aumento, a prezzi correnti, del 3,8% del Pil invece dell’11,6% nel primo trimestre dello scorso anno e il calo del 6,4% dei redditi netti ricevuti dal resto del mondo, la crescita del reddito nazionale lordo disponibili hanno visto un netto rallentamento passando dal 12% dello stesso periodo dello scorso anno al 3,1% del primo trimestre del 2024.

Tenendo conto dell’aumento del consumo finale nazionale in valore del 4,5% invece dell’8,9% registrato un anno prima, il risparmio nazionale si attesta al 24,3% del PIL invece del 25,6%.

Gli investimenti lordi (GFCF, variazione delle scorte e acquisti netti di oggetti di valore) hanno rappresentato il 23,7% del PIL invece del 25,5% dello stesso trimestre dell’anno precedente. Ciò fornisce una capacità di finanziamento pari allo 0,6% del PIL nel primo trimestre del 2024 invece dello 0,1% del PIL per lo stesso periodo dell’anno precedente.

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