Boris Busslinger
corrispondente nella Svizzera tedesca
Pubblicato il 24 novembre 2024 alle 07:29. / Modificato il 24 novembre 2024 alle 12:45
Ed ecco i flute di champagne. Al piano terra del Dolder Grand, il “Dolder” in breve, un piccolo ritrovo di privilegiati partecipa all’inaugurazione di un nuovo spazio gastronomico: il Canvas Bar & Lounge. “Salute!” esclama Arnd Küchel, l’architetto del progetto – anche lui cliente abituale del palazzo. Si distribuiscono alcuni stuzzichini, prima che il sommelier serva agli ospiti un Baby Negroni, che a sua volta dà il via al “cocktail dello chef”. Un regalo di compleanno da parte dell’hotel per celebrare il suo 125° anniversario, lo spazio lussuoso “sedotto dal suo design d’avanguardia”, secondo il Dolder Grand. Che è pieno di elogi per la sua ultima progenie. “Come se il bar stesso fosse un’opera d’arte coinvolgente, si fonde con l’ambiente circostante e diventa parte vivente della straordinaria collezione d’arte dell’hotel.”
Pieno di dipinti e sculture, il Dolder Grand non è solo una struttura prestigiosa che accoglie i grandi di questo mondo da oltre un secolo, è un vero e proprio museo – con opere particolarmente eclettiche. Ci sono Hodler, Dalí, Niki de Saint Phalle e Keith Haring. Mentre il corridoio che conduce al Canvas Bar & Lounge presenta alcuni dei cartelli incorniciati dei senzatetto della collezione dell’artista finlandese Jani Leinonen – “PER FAVORE AIUTO!”, dice uno. Luogo d’incontro dell’élite internazionale, l’area affacciata su Zurigo è un mondo a parte con codici propri. Un tempio dell’abbondanza che ha accolto Winston Churchill, Albert Einstein e perfino i Rolling Stones. Una Mecca lussuosa la cui suite più prestigiosa (“Herbert von Karajan”, dal nome del celebre direttore d’orchestra austriaco appartenente al partito nazista) costa circa 15.000 franchi a notte. E la cui storia recente racconta anche alcuni fallimenti dell’élite dell’élite. Torre del proprietario.
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