Le informazioni riportate da numerose fonti a partire dal 22 novembre sono state infine confermate dall’agenzia di stampa algerina. In un dispaccio pieno di rabbia, in uno stile che stride con i codici della stampa, l’APS ha giustificato l’arresto di Boualem Sansal con un regolamento di conti con la Francia “macronito-sionista» e i sostenitori del romanziere e saggista lo descrivono a loro volta come «direttorio antialgerino e incidentalmente filosionista di Parigi” o addirittura “una lobby che non perde occasione per mettere in discussione la sovranità algerina”.
Le amputazioni territoriali del Marocco: il motivo di un arresto motivato dall’odio
I motivi del suo arresto? L’APS conferma a malincuore la posizione di Sansal durante la sua intervista sul set di Confini lo scorso 3 ottobre a proposito dei confini del Marocco e del Sahara Orientale è infatti la causa del suo arresto, come riportato Le360 in un articolo precedente.
Infatti, la Francia presieduta da Emmanuel Macron – più volte additata personalmente dall’APS – viene criticata per aver preso “la difesa di un negatore dell’Olocausto, che mette in discussione l’esistenza, l’indipendenza, la storia, la sovranità e i confini dell’Algeria!” E per approfondire ulteriormente il punto chiedendomi se la Francia “non dovrebbe piuttosto condannare Sansal per il suo tentativo di negare l’esistenza stessa della Nazione algerina?».
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A questo dispaccio il cui stile testimonia una totale perdita di controllo e una rabbia incontenibile, intitolato “Sansal, il burattino del revisionismo anti-algerino”, Kamel Daoud ha deciso di rispondere lanciando un vibrante appello sulle colonne della rivista Il punto.
Il terribile ritratto della nuova Algeria
Rivolgendosi “ai difensori della libertà», esprime il Premio Goncourt, anch’esso oggetto di questo dispaccio “profonda preoccupazione» di fronte alla tragica notizia dell’arresto del suo amico, avvenuto il 16 novembre, che considera «il riflesso di una realtà allarmante in Algeria».
Un paese dove, crede Kamel Daoud, “la libertà di espressione non è altro che un ricordo di fronte alla repressione, all’incarcerazione e alla sorveglianza dell’intera società». Perché in questa prigione a cielo aperto che è diventata l’Algeria, rischiamo «ergastolo per un messaggio, carcere per un sospiro di fastidio», elenca. In Algeria, continua, dipingendo un quadro nero della realtà, “scrittori e intellettuali, editori, librai, vivono nel timore di ritorsioni, accuse di spionaggio e arresti arbitrari, processi e diffamazioni e violenti attacchi mediatici ai propri dipendenti e ai propri cari“. E qualificarsi come “vero terrorismo editoriale» questa minaccia che grava sull’intellighenzia algerina, prendendo come prova la sorveglianza poliziesca che ha pesato sull’ultima Fiera del Libro di Algeri dove sono state effettuate perquisizioni per ritirare i libri dalla vendita.
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Boualem Sansal è la nuova vittima della nuova Algeria, come ama definirla il regime al potere, colui che “sembra un vecchio profeta biblico, sorridente», Descrive il suo amico. Come tale, “provoca passioni e amicizie tanto quanto l’odio del sottomesso e del geloso“. E Kamel Daoud ricorda quest’uomo “libero e divertito dalla vita“, che si diverte altrettanto”odio verso gli altri», che Sansal scrive ma “Non uccidere né imprigionare nessuno».
Kamel Daoud, che ha espresso la sua incomprensione nelle colonne di Figaro di fronte alla decisione dell’amico di andare a tutti i costi in Algeria, le ragioni vengono finalmente spiegate. “La sua innocenza di fronte alla dittatura gli fece dimenticare per diversi anni la realtà del Terrore in Algeria. Ha trascurato di guardare il branco che lo aspettava, è tornato a visitare il suo paese quel sabato. Ha pagato caro», analizza.
Un appello al mondo intero per la libertà
A quest’uomonoto per il suo coraggio e il suo impegno“, e chi”è sempre stata una voce critica contro l’oppressione, l’ingiustizia, il totalitarismo islamista», Kamel Daoud rende omaggio. Lo scrittore invita “non restare in silenzio“, auto “Sono in gioco la libertà, il diritto alla cultura e la nostra vita, scrittori presi di mira da questo terrore.».
A questo”appello urgente alla solidarietà internazionale”, molte voci si sono unite per chiedere l’immediato rilascio di Boualem Sansal e di tutti gli scrittori incarcerati per le loro idee. Tra i primi firmatari, diversi premi Nobel per la letteratura, a cominciare da Annie Ernaux, Jean-Marie Le Clezio, Orhan Pamuk e Wole Soyinka.
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Dans la dernière version actualisée de la liste, en date du 24 novembre, de grands noms du monde des lettres, des arts, de la culture et des médias: Salman Rushdie, Peter Sloterdijk, Andreï Kourkov, Roberto Saviano, Alaa el Aswany, Sylvain Tesson, Pascal Ory, Leïla Slimani, Élisabeth Badinter, Bernard-Henri Levy, Caroline Fourest, Boris Cyrulnik, Philippe Claudel, Jean-Baptiste Andrea, Jean-Christophe Rufin, Tahar Ben Jelloun, Abnousse Shalmani, Alain Finkielkraut, Catherine Cusset, Pascal Bruckner, Cynthia Fleury, Alain Mabanckou, Joann Sfar, Franz-Olivier Giesbert, Christophe Ono-dit-Biot, Peggy Sastre, François-Guillaume Lorrain, Émilie Frèche, Sophia Aram, Dominique Bona, Nora Bussigny, Jean-François Colosimo, Erri De Luca, Gabrielle Deydier, Jean Hatzfeld, Eva Illouz, Yascha Mounk, Pierre Nora, Michaël Prazan, Jean-Marie Rouart, Ayyam Sureau, Philippe Val et Valérie Zenatti.
Aumenterà la pressione globale per introdurre il regime liberticida per non soffocare la voce di uno scrittore di 75 anni. Il regime degli odiosi chibani alla fine si conformerà.