Il figlio di Laurette Onkelinx si becca quattro anni di carcere, due dei quali trascorsi per un’invasione domestica travestito da postino e armato di piede di porco

Il figlio di Laurette Onkelinx si becca quattro anni di carcere, due dei quali trascorsi per un’invasione domestica travestito da postino e armato di piede di porco
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Questo 21 novembre 2021, Sami G. e Armany M. si sono presentati a casa della vittima travestiti da postino e armati di piede di porco per i primi. L’ex compagno, che gli indagati sospettavano fosse uno spacciatore, non era in casa a differenza della compagna, del bambino di lei e di un’amica di quest’ultimo. La sua amica è riuscita a disarmare Sami G. mentre minacciava la madre e il bambino con il piede di porco. Armany M. è riuscito a togliergli la pistola dalle mani e i due uomini sono riusciti a rapinare la casa di Roosdal.

L’indagine telefonica

I due sospettati vengono visti dalle immagini delle telecamere di sorveglianza allontanarsi con borse piene di oggetti di lusso. ha ricordato il rappresentante della Procura di Bruxelles durante le requisizioni, tre settimane fa. L’indagine dell’ANPR ha consentito di rinvenire la targa del veicolo utilizzato dagli indagati. L’indagine telefonica ha poi consentito di collocare i protagonisti sul luogo dei fatti ma anche di evidenziare i contatti telefonici avvenuti pochi istanti prima dell’aggressione tra Sami G. e la sua compagna dell’epoca Maïra C., che ha fornito loro anche le informazioni travestimenti da postino.

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Nel corso della perquisizione effettuata presso l’abitazione di Armany M., gli investigatori hanno rinvenuto parte del bottino. Entrambi gli autori hanno confessato i fatti. Armany M. ha spiegato in udienza di aver ricevuto una chiamata da Sami G. per proporre questa invasione domestica che, secondo le loro stime, avrebbe fruttato tra i 100.000 ei 150.000 euro. Sami G. inizialmente aveva assicurato che la sera dell’incidente era presente un terzo sospettato e che li aveva semplicemente lasciati davanti all’abitazione del presunto spacciatore. Il figlio dell’ex ministro della Giustizia, però, ha ritrattato le sue dichiarazioni e ha confessato, accusando nel processo Maïra C.: ha compiuto l’aggressione su sua richiesta perché il presunto spacciatore le aveva un debito di circa 1.300 euro.

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