Pratiche fraudolente di alcuni appaltatori nella ricostruzione post-sisma: un’indagine e sanzioni legali commisurate agli abusi richiesti

Pratiche fraudolente di alcuni appaltatori nella ricostruzione post-sisma: un’indagine e sanzioni legali commisurate agli abusi richiesti
Pratiche fraudolente di alcuni appaltatori nella ricostruzione post-sisma: un’indagine e sanzioni legali commisurate agli abusi richiesti
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Badr Tadlaoui
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10:49 – 21 novembre 2024

Le truffe degli imprenditori nel contesto della ricostruzione post-terremoto del 2023 stanno aggravando la sofferenza delle popolazioni colpite, ha appreso Barlamane.com da fonti sul posto. “Sfruttando la vulnerabilità delle vittime dei disastri, si dice che alcuni attori del settore edile abbiano abusato della loro posizione per appropriarsi indebitamente di fondi, fornire lavori di scarsa qualità o abbandonare i cantieri”è stato indicato. Queste pratiche, rivelate da crescenti denunce e testimonianze toccanti, mettono in discussione l’efficacia dei meccanismi di controllo, la trasparenza degli appalti pubblici e le responsabilità degli attori coinvolti in questa materia.

Si dice che gli appaltatori abbiano abbandonato i cantieri post-terremoto nella regione di Marrakech dopo aver ricevuto pagamenti anticipati, lasciando le vittime senza risorse, Barlamane.com ha appreso da osservatori sul posto. Alcuni cantieri, stimati al 40% dei lavori iniziati nelle zone rurali, sono stati realizzati con materiali scadenti che minacciano direttamente la sicurezza dei residenti, secondo gli specialisti sul posto.

Queste pratiche fraudolente “ha comportato notevoli perdite economiche per le famiglie colpite, il 60% delle quali aveva mobilitato tutti i propri risparmi per finanziare l’opera”secondo testimoni confidati a Barlamane.com, che deplorano “lassismo nel controllo del progetto”. Il caso specifico dei commercianti nella regione di Talat N’Yaaqoub illustra bene questa situazione: quasi il 60% dei locali commerciali distrutti non sono ancora stati sostituiti da strutture adeguate. L’assenza di queste strutture compromette non solo la sopravvivenza economica dei residenti ma anche la ripresa commerciale di una regione gravemente colpita.

Lo chiede la popolazione consultata “il controllo delle opere deve essere sistematico e affidato a enti indipendenti con competenze tecniche certificate”aggiungendolo “I progetti di ricostruzione richiedono un audit urgente”. Secondo la stessa fonte, “gli appaltatori devono essere soggetti a obblighi di prestazione con la previsione di vincoli finanziari atti a garantire l’esecuzione e la qualità dell’opera.”

Chiedono anche un’indagine ufficiale che “Deve essere aperto a identificare e perseguire i casi di frode, con sanzioni significative per i responsabili”. Ad oggi, il minor numero di denunce presentate dalle vittime ha portato a pochi procedimenti legali. Secondo un attore economico della regione, “Il costo stimato delle perdite legate alle frodi nelle zone disastrate potrebbe raggiungere il 15% del budget stanziato per la ricostruzione, ovvero circa 500 milioni di dirham”. Ne sottolinea l’importanza “un’azione concertata tra attori pubblici e privati ​​e la società civile per ripristinare la fiducia e garantire una ricostruzione equa e sostenibile”.

Morocco

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