La situazione si sta scaldando al Senato. E ieri sera ha approvato una misura molto discussa che potrebbe obbligare tutti i lavoratori a fare sette ore di straordinario all’anno in cambio di… retribuzione zero. Te lo spiegheremo.
Due miliardi e mezzo di risparmi
L'obiettivo di questa misura è chiaro: finanziare la Previdenza Sociale, e più in particolare le crescenti esigenze del settore dell'autonomia. La proposta è stata votata durante i dibattiti sul bilancio della previdenza sociale per il 2025, con 216 voti contro 119. Se attuata, questa misura potrebbe fruttare 2,5 miliardi di euro ogni anno, destinati a sostenere anziani e disabili.
Questa iniziativa si aggiunge alla “giornata di solidarietà” già in vigore dal 2004, secondo la quale i lavoratori contribuiscono un giorno all'anno senza retribuzione. Ma qui l’idea sarebbe quella di aumentare le ore lavorative aggiuntive, sotto forma di “contributo di solidarietà attraverso il lavoro”. In pratica, ciò potrebbe comportare una distribuzione delle ore di straordinario nel corso dell'anno, a seconda degli accordi tra datori di lavoro e sindacati.
Consultate il nostro dossier sulla Previdenza Sociale
Una proposta che non è unanime
Se il provvedimento è stato adottato in Senato nella notte tra mercoledì e giovedì, è oggetto di forti critiche e di numerosi dibattiti, soprattutto a sinistra. Secondo la senatrice comunista Cathy Apourceau-Poly questa misura rappresenterebbe semplicemente un “attacco al mondo del lavoro”. Arriverebbe addirittura a suggerire, non senza sarcasmo, di imporre “una giornata di solidarietà dei dividendi” per coinvolgere maggiormente gli azionisti. Senza molta suspense, la sua proposta non venne accettata ma alimentò le polemiche.
Il governo, da parte sua, ha espresso il suo dissenso in questa fase, aprendo al contempo la porta a future discussioni. Il ministro dei Conti pubblici, Laurent Saint-Martin, ha sottolineato in particolare che tale misura dovrebbe essere rielaborata con le parti sociali. Secondo lui sarebbe irresponsabile respingere completamente l'idea senza ulteriori consultazioni.
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Trattative in corso
Sebbene questa riforma sia stata adottata dal Senato, è lungi dall’essere definitiva. Il testo dovrà ora essere sottoposto all'esame di una commissione mista la prossima settimana. Composta da deputati e senatori, questa commissione dovrà trovare un compromesso sulla questione, passo essenziale per determinare se la misura sarà convalidata o modificata prima del suo ritorno all'Assemblea nazionale.
Questa proposta del Senato, seppur approvata, è quindi solo un primo passo.