“Non abbiamo più la possibilità di avere un governo prima della fine dell’anno”

“Non abbiamo più la possibilità di avere un governo prima della fine dell’anno”
“Non abbiamo più la possibilità di avere un governo prima della fine dell’anno”
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Come funziona questo bilancio?

Per assicurare la gestione quotidiana dello Stato, il governo federale opera con i cosiddetti “dodicesimi provvisori”. Buste valide per un mese e comprendenti le spese e le entrate disponibili e che equivalgono allo stesso mese dell’anno precedente. In altre parole, l’attuale dotazione per il mese di novembre 2024 è identica al bilancio per novembre 2023.

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Una situazione che mette ulteriormente a dura prova le finanze statali, già viziate da un deficit di oltre 25 miliardi di euro. “Ci troviamo in un caso in cui, da un lato, la spesa aumenta per inerzia come la marea e, dall’altro, la crescita non è così elevata come ci aspettavamo e ci ritroviamo con entrate inferiori“, spiega Jean Hindriks. Secondo l’economista, una tale prospettiva richiederebbe un’azione del governo per ridurre alcune spese e ottenere nuove entrate; il che è in contraddizione con la sua posizione attuale.

Conseguenze chiaramente visibili

Concretamente, questo “blocco” di bilancio priva alcuni beneficiari di un reddito sostitutivo (in caso di malattia, disoccupazione o pensionamento), della dotazione “benessere”. Questo meccanismo sociale permette di rivalutare questo reddito e il governo dovrebbe decidere sulla sua distribuzione. “In qualche modo possiamo dire che questa è una buona cosa; ci sono un miliardo di euro in attesa, ma per le persone che hanno pensioni piccole, è problematico se l’inflazione aumenta“, l’illustre Jean Hindriks.

Da notare che i meccanismi di indicizzazione della spesa sociale sono nel mirino di Bart De Wever. Ciò ha innescato in particolare il disaccordo con Vooruit.

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Anche il bilancio dell’Inami è in un vicolo cieco, mentre, secondo Jean Hindriks, “da un lato il governo uscente non è riuscito a completare il dossier e dall’altro la nuova maggioranza vuole avere il controllo per controllare la spesa sanitaria.”

Ma, alla fine, l’intero budget è”problematico” per il professore dell’UCLouvain. Allo stato attuale, il Belgio non può far fronte ai suoi obblighi nei confronti dell’Europa, legati tra l’altro al patto di stabilità che impone. La Commissione chiede anche un rinvio della traiettoria di bilancio per il mese di settembre, che Bart De Wever ha infine promesso di rinviare alla fine dell’anno.

L’ombra dell’elezione di Trump

Tra le leve a disposizione del governo in materia di bilancio c’è la possibilità di adottare misure cosiddette “urgenti”. Jean Hindriks ne prende di mira uno che potrebbe essere necessario dopo l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca. “Conosciamo la posizione di Trump sui punti deboli della NATO, e il Belgio è chiaramente nel mirino“, spiega.

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Donald Trump potrebbe infatti minacciare il Belgio di frenare le sue esportazioni verso gli Stati Uniti se non raggiungerà la soglia del due per cento del suo Pil dedicato alla Difesa. Jean Hindriks precisa: “Se il bilancio dell’esercito dovesse essere aumentato dell’1% per raggiungere la quota NATO, ciò equivarrebbe a cinque miliardi di euro, mentre il Belgio raggiungerebbe quasi un deficit di trenta miliardi.

Il momento è urgente

L’economista riassume dicendo che il governo è”incollato“tra le richieste della Commissione Europea, le possibili minacce di Trump e le prospettive di crescita riviste al ribasso che suggeriscono minori entrate, peggiorando ulteriormente il deficit di bilancio.”Ad un certo punto non avremo più la possibilità di stipulare un accordo governativo prima della fine dell’anno per far fronte a questi obblighi.“, insiste.

Una situazione urgente che il primo ministro del governo dell’attualità comprende bene. Venerdì scorso ha annunciato che il suo partito, l’Open VLD, è pronto ad aprire i negoziati per elaborare un bilancio in tempo.

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