L’OPINIONE DEL “MONDO” – PERCHÉ NO
Uscire Gladiatore (2000) hanno resuscitato un genere di cui non pensavamo più di aver realmente bisogno: il peplo, vera e propria macchina per produrre spettacolo e testosterone – e se, per Ridley Scott, fosse sostanzialmente la stessa cosa? Tuttavia, credevamo che il cineasta stesse seguendo un percorso di autocritica adeguato ai tempi: lo abbiamo visto cimentarsi in un film cavalleresco post-#metoo (L'ultimo duello2021), dove ha liquidato gli ultimi residui di mascolinità tossica. Seguirà Napoleone (2023), raffigurato come un bambinone paffuto, perso nello scenario delle sue stesse ambizioni. Il film valorizzava molto la sterilità di Joséphine de Beauharnais, caduta in disgrazia per non aver potuto dare figli al suo uomo. Si tratta, appunto, di filiazione vittoriosa e perfettamente compiuta che ne costituisce il cuore Gladiatore II : i figli esistono, e continuano l'opera dei padri. Siamo rassicurati.
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Siamo sedici anni dopo gli eventi della prima parte che vide Massimo (Russell Crowe) pugnalato a morte dall'imperatore Commodo (Joaquin Phoenix). Lucius Verus (Paul Mescal), figlio di Massimo, rimasto bambino, è diventato un guerriero che vive con sua moglie in Numidia, un antico regno del Nord Africa. All'inizio del film, i soldati romani, guidati dal generale Marcus Acacius (Pedro Pascal), invadono la Numidia. Uccidono la moglie di Lucius e lo prendono prigioniero. Ridotto in schiavitù, il giovane segue le orme del padre: il suo coraggio nel combattimento gli permette di diventare gladiatore per i giochi del circo. Mentre sua madre, Lucilla (Connie Nielsen), lo illumina sulle sue origini, Lucius affronta Geta (Joseph Quinn) e Caracalla (Fred Hechinger), fratelli imperatori assetati di sangue che governano Roma con il pugno di ferro. In un contesto di tensioni politiche e complotti interni, la missione del guerriero è quella di restituire Roma al suo popolo.
Trattative politiche, virilismo ed emoglobina, scene di guerra e sanguinosi combattimenti nell'arena. Se Gladiatore II fosse un'attrazione, sarebbe una macchina del tempo. Nulla è cambiato nella terra dell’accademismo dei pompieri, immerso nella formalina dei suoi vecchi valori. Il peplo, ovvero quando il mondo e lo spettacolo erano semplici, chiari, decifrabili. Le donne sono inesistenti. Ce n'è uno, passivo, materno e piangente. D'altronde gli uomini sono uomini, combattono, si tradiscono, si amano e soffrono in un'esplosione di emoglobina e in rumori assordanti di spade che penetrano nella carne, tagliando un braccio o una gola. Per interpretare Lucius, Ridley Scott non ha scelto a caso Paul Mescal. Il giovane attore 28enne, notato nel film indipendente Dopo il sole e la serie Persone normaliincarna un tipo molto contemporaneo di gentile mascolinità. Percorre il film come se ci si iscrivesse a un corso di rivitalizzazione. Il film è il suo battesimo hollywoodiano che lo trasfigura in un superuomo spazzatura.
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