Lo scorso ottobre è stato reso pubblico un caso di rapporti sessuali tra un insegnante del liceo Blaise-Cendrars e tre suoi studenti, il primo dei quali risale al 1999. Ha avuto un certo impatto a Franches-Montagnes, al punto che la maggior parte degli studenti delle scuole superiori della regione completano la loro maturità a La Chaux-de-Fonds.
“Ho compassione per queste donne”
Secondo un comunicato dell’ATS diffuso lunedì, il licenziamento del docente, registrato nel novembre 2023, è stato annullato. Il Tribunale cantonale ha accolto i suoi due ricorsi e ha annullato le decisioni. Il Tribunale cantonale ha in particolare ritenuto che alcuni fatti contestati all’insegnante sono prescritti, per cui non può essere imputata alcuna colpa. “Altri richiederebbero che l’istruzione fosse completata”, ha detto lunedì il cantone. Le Quotidien Jurassien ha raccolto la reazione di un ex liceale, anche lui firmatario della petizione che ha seguito la vicenda e che mirava a prevenire abusi di potere in ambito scolastico. “Provo compassione per queste donne che hanno avviato questi procedimenti legali. La decisione della corte lascia da parte la nozione di controllo psicologico”. La giovane donna si rammarica che la giustizia consideri solo elementi fattuali e trascuri la vulnerabilità delle vittime al momento dei fatti.
Mozione al Gran Consiglio
Inoltre, il Gran Consiglio di Neuchâtel ha accolto il 1° ottobre una mozione modificata di Clarence Chollet (Vert-es), che chiede di migliorare la tutela dell’integrità sessuale degli studenti. Il deputato si batte per una direttiva che vieterebbe il rapporto tra un insegnante e i suoi studenti. La mozione chiede inoltre l’organizzazione periodica di attività di sensibilizzazione del personale docente di Neuchâtel sulle questioni etiche nella scuola e nella formazione. Nel testo si parla dell’opportunità di rendere obbligatoria l’adozione di un codice di condotta in tutte le scuole del Cantone. Il suddetto ex studente è lieto che la vicenda abbia suscitato una reazione in ambito politico. “È importante rendersi conto che si tratta di un problema strutturale”, sostiene.
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