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Sabato 9 novembre la terza edizione della festa nazionale dell’ Passeggiata Verdeorganizzato dal Consiglio Comunale di Mahbes alla presenza di due Segretari di Stato, Lahcen Saâdi, responsabile dell’Artigianato, dell’Economia Sociale e Solidale, e Adib Benbrahim, responsabile dell’Edilizia.
È tempo di festeggiare sotto un enorme e sontuoso tendone allestito per l’occasione. Celebrazioni che i separatisti, provenienti dal territorio algerino, hanno voluto rovinare nel modo più ignobile.
Secondo diverse fonti diffuse dai social network, almeno quattro proiettili sarebbero stati sparati da altrettanti veicoli militari. Dopo alcuni secondi di stupore, le centinaia di persone invitate a queste celebrazioni hanno risposto scandendo slogan nazionalisti alla gloria del Regno, del Re e del Sahara.
Non si registrano danni materiali o umani, come confermato da diverse fonti nelle province del sud.
Durante questo periodo le FAR avevano schierato dei droni che sono riusciti, in breve tempo, a neutralizzare gli aggressori. Lo conferma l’informatissimo “Forum militare marocchino” sul suo account X, senza però fornire dettagli sul numero delle vittime della parte separatista.
Sui social i separatisti piangono i loro morti (gli attentatori) e sono almeno cinque, tra cui un alto dirigente militare, quell’uomo di nome Abdelaziz Ould Bariya.
Silenzio a Rabat, fake news a Rabouni
In Marocco non è stata fatta alcuna comunicazione ufficiale sugli avvenimenti di Mahbes, salvo riferire sulle attività dei due funzionari governativi nella provincia di Assa-Zag e sui grandi investimenti fatti per lo sviluppo economico e sociale di queste regioni volo da Tindouf.
A Rabouni il Polisario sprofonda nella negazione e nelle fake news. Poco colpito dalle perdite subite a seguito della sua iniziativa dalle conseguenze mal calcolate, ha fatto dire alla sua “agenzia di stampa” (SPS) che erano stati compiuti due attentati contro l’esercito marocchino, uno all’alba e l’altro nel primo pomeriggio, provocando subire pesanti perdite.
Ciò richiama tutte le menzogne servite dai separatisti alle popolazioni martirizzate a Tindouf e che trovano riscontro solo nei media affiliati al regime militare algerino.
Ciò che è accertato per il momento, e dall’inizio della violazione del cessate il fuoco da parte dei separatisti, è che si tratta del secondo attentato terroristico di questo tipo dopo quelli di Smara, di fine ottobre 2023. Anche il Polisario sta aumentando la sua lancio di razzi documentato dalla Minurso nonostante gli ostacoli che questa missione incontra da parte del Polisario:
“Tra il 1 settembre 2023 e il 31 agosto 2024, l’esercito reale marocchino ha riferito alla MINURSO 164 incidenti con sparatorie contro le sue unità stazionate lungo o vicino al muro di sabbia, circa il 75% delle quali erano a Mahbas.
“Da settembre 2023, la MINURSO ha effettuato 127 pattuglie investigative per visitare i luoghi in cui si sono verificati gli incidenti segnalati (in totale 357 siti). In 14 occasioni, l’Esercito reale marocchino ha anche riferito di aver osservato piccoli droni di sorveglianza sorvolare le sue unità nella regione di Oum Dreyga. ”, si legge nell’ultimo rapporto del Segretario generale dell’ONU al Consiglio di Sicurezza.
Il Marocco riprende il controllo
Che è significativamente inferiore a 550 colpi separatisti individuati dalla missione ONU tra il 1 settembre 2022 e il 31 agosto 2023. E ancora lontani dai risultati stabiliti tra il 1 settembre 2021 e il 31 agosto 2022 con 691 colpi denunciato dalle FAR a Minurso.
Che interpretazione potremmo dare della drastica riduzione degli attacchi del Polisario contro le Reali Forze Armate? Una delle più logiche è che il Marocco agisca con la massima fermezza nei confronti delle scaramucce dei separatisti, come ha espresso, al più alto livello dello Stato, al SG dell’ONU. Cioè che rispettava il cessate il fuoco, ma che era determinato a difendere se stesso, il suo territorio e i suoi cittadini.
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