quando il clima e le questioni politiche si scontrano – Portale cattolico svizzero

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Le questioni ambientali sollevate dalla Cop29, la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che inizierà l’11 novembre 2024 a Baku, capitale dell’Azerbaigian, sono più pesanti che mai, ma sono stati lanciati appelli a boicottare la Conferenza. A Ginevra è stato organizzato un incontro di preghiera in solidarietà con gli armeni.

I leader mondiali riuniti a Baku per la COP29 sono chiamati a stabilire la nuova quantità di aiuti pagati ai paesi in via di sviluppo per affrontare il riscaldamento globale e i suoi crescenti disastri. Durante l’Angelus del 10 novembre, in piazza San Pietro a Roma, papa Francesco ha auspicato “che la conferenza sui cambiamenti climatici, COP29, che inizierà domani a Baku, dia un contributo efficace alla tutela della casa comune.

Discrezionalità di Roma su questo tema

Diversi osservatori vaticani hanno notato l’omissione da parte del papa del nome del Paese organizzatore, l’Azerbaigian, da decenni in conflitto con la vicina Armenia nella regione del Nagorno-Karabakh, enclave ceduta da Stalin nel 1923 all’Azerbaigian, ma popolata prevalentemente da armeni.

In seguito alle guerre del 2020 e 2023 e alla riconquista della regione da parte dell’Azerbaigian, più di 100.000 armeni sono stati costretti all’esodo. “La relativa negligenza della Santa Sede e del Papa in questa materia molto complessa dal punto di vista del diritto internazionale dà ancora luogo a numerose critiche e incomprensioni”, scrive l’agenzia Imedia.

Un appello a boicottare la Conferenza

Molte personalità e organizzazioni cristiane, tra cui l’Œuvre d’Orient o Christian Solidarity International, hanno invece chiesto il boicottaggio di questa conferenza internazionale a causa del carattere autoritario del regime e della pulizia etnica attuata nell’Artsakh.

Il 2 novembre, in attesa della Cop29, tre leader ecclesiastici dell’Armenia – Aram I, Catholicos della Chiesa Apostolica Armena, Raphael Bedros II, Catholicos-Patriarca della Chiesa Cattolica in Armenia, e Paul Haidostian, Presidente dell’Unione Evangelica Armena Chiese in Medio Oriente – hanno pubblicato una dichiarazione congiunta in cui denunciano in particolare “l’evacuazione forzata di 120.000 armeni dalla loro patria storica da parte dell’Azerbaigian”, e chiedono il loro ritorno.

In Svizzera, il Consiglio ecumenico delle Chiese, da parte sua, ha chiesto il rilascio immediato di tutti gli ostaggi civili e prigionieri di guerra armeni, in conformità con le norme del diritto internazionale. Ha inoltre invitato, in collaborazione con la comunità armena, ad una giornata di preghiera per l’Armenia il 10 novembre 2024, con un servizio di preghiera organizzato nella Cattedrale di Saint-Pierre a Ginevra. (cath.ch/lb)

© Catholic Media Center Cath-Info, 10.11.2024

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