Françoise Joly, direttrice dell’informazione di TV5Monde, è stata convocata per un’intervista prima del suo licenziamento

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Françoise Joly, durante una manifestazione a Parigi, 7 settembre 2020. AURELIEN MORISSARD / IP3 PRESS/MAXPPP

A meno di due settimane dall’inaspettato annuncio delle dimissioni del suo amministratore delegato Yves Bigot, il canale TV5Monde vedrà ora licenziato il suo direttore delle notizie? Françoise Joly ha appreso della sua convocazione, martedì 4 giugno, da parte della direzione del gruppo audiovisivo francofono per un colloquio prima del licenziamento. La convocazione di MMe Joly – che non ha risposto alle nostre richieste – è fissato per martedì 11 giugno e non è specificato il motivo della convocazione secondo le nostre informazioni che confermano le rivelazioni di Telerama. Alcuni dipendenti hanno appreso la notizia giovedì 6 giugno da un rappresentante sindacale durante una riunione dell’Ordine dei giornalisti (SDJ). Per il momento non è stato fatto alcun annuncio ufficiale a livello interno.

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Mentre Mr. Bigot e M.Me Joly ha lavorato in buona armonia fin dalla nomina di quest’ultimo nel 2019, “l’affare Kaci”come veniva soprannominato internamente, era visto come a “rottura” tra l’amministratore delegato e il suo responsabile dell’informazione, secondo diversi dipendenti che hanno voluto rimanere anonimi. Nel novembre 2023, la direzione editoriale ha convocato il giornalista Mohamed Kaci dopo la tesa intervista con un portavoce dell’esercito israeliano durante il notiziario quotidiano del canale (la cui partecipazione è ripartita tra società audiovisive pubbliche di Francia, Belgio, Svizzera, Canada, Quebec e Monaco).

Sebbene alla fine non sia stato sanzionato, il fatto che il signor Kaci sia stato pubblicamente sconfessato ha causato un forte scalpore interno. Secondo diverse testimonianze, Bigot non avrebbe apprezzato la fuga di Kaci da una sanzione, cosa che il direttore generale alla guida del gruppo audiovisivo francofono dal 2012 nega fermamente.

Impopolare internamente

L’altro episodio che accentua l’animosità tra l’amministratore delegato e il dirigente dell’azienda risale a gennaio: sono andate in onda le bandiere errate di Camerun e Guinea-Conakry, prima che il canale si scusasse. Lo stesso Yves Bigot si è recato in Camerun per scusarsi, incoraggiando Françoise Joly a seguirlo, cosa che quest’ultima non ha fatto, essendo in congedo per malattia.

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Infine, MMe Joly aveva espresso al signor Bigot le sue domande sul potenziale arrivo di paesi africani nell’azionariato del gruppo audiovisivo, progetto guidato dall’amministratore delegato. La società ha recentemente previsto nel suo piano strategico 2025-2028 che sette paesi dell’Africa sub-sahariana – Benin, Gabon, Senegal, Costa d’Avorio, Camerun, Repubblica Democratica del Congo e Congo-Brazzaville – possano entrare nel capitale della catena. L’arrivo di alcuni di loro, considerati nemici della libertà di stampa, preoccupa soprattutto i corrispondenti. Questi, quando chiesero garanzie in termini di indipendenza, furono sostenuti da MMe Joly.

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