Nella categoria delle promesse non mantenute, stiamo iniziando ad avere molte prove da parte del governo Legault.
Soprattutto nel settore sanitario, dove François Legault ha promesso pace e tranquillità agli abitanti del Quebec nel 2018.
Un piccolo promemoria amichevole: François Legault ha detto che entro quattro anni gli abitanti del Quebec aspetteranno 90 minuti prima di vedere un medico al pronto soccorso.
Ogni cittadino del Quebec, sotto la sua guida, avrebbe presto avuto un medico di famiglia.
Vorremmo rivalutare la retribuzione dei medici per il servizio.
Abbiamo anche promesso di rivedere l’accordo con i medici specialisti.
Il resto lo sai.
Non è esattamente quello che è successo…
Sarebbe facile per un editorialista denunciare le promesse vuote del governo Legault, diffamare il sistema sanitario e il ministro Christian Dubé.
Ora, non entro in questo argomento.
Innanzitutto, tutti i sistemi sanitari universali nel mondo stanno fallendo. Se leggete i giornali inglesi e francesi, vedrete all’opera esattamente gli stessi problemi.
In secondo luogo, le riforme richiedono tempo per ottenere risultati.
Tre: crede davvero che qualunque membro di un partito di opposizione farebbe meglio dell’attuale ministro della Sanità, Christian Dubé?
Dube
Ve lo dico perché giovedì ho visto il ministro presentare una prima valutazione del suo Piano sanitario 2022.
E mi sono detto…
Christian Dubé ha il merito dell’onestà e della perseveranza.
Per onestà: Dubé potrebbe fare quello che hanno fatto molti ministri prima di lui, cioè restare opaco. Non informare il pubblico, non rivelare il divario tra gli obiettivi del 2022 e la realtà…
È un vecchio riflesso dello Stato del Quebec che Dubé infrange: niente dati, niente problemi. Ciò che non sai, non puoi incolpare te stesso.
Per la perseveranza: anche dopo quattro anni in questo Ministero della Fatica, vedendo che il cambiamento è lento, molto lento, Christian Dubé ci crede ancora.
Affronta venti contrari.
Osservo reagire la macchina burocratica e i sindacati di medici e infermieri, in primis la FIQ (che giovedì, a meno di un mese dalla firma del nuovo contratto collettivo, ha denunciato condizioni di lavoro “segnate da un aumento della violenza contro gli operatori sanitari”), e Arrivo a questa conclusione: l’unico che ha veramente a cuore il paziente è Christian Dubé.
Risultati
E poi bisogna dirlo quando succede: ci sono anche dei progressi che fino a poco tempo fa ritenevamo impossibili.
L’intenzione del ministro di imporre un servizio minimo ai medici nel sistema pubblico è lodevole.
Il numero di arruolamenti medici è in aumento.
Nell’ultimo anno, 17.000 lavoratori sono stati formati e aggiunti al sistema.
Il lavoro straordinario obbligatorio (TSO) – un problema da 25 anni – sta diminuendo drasticamente tra gli infermieri – del 67% nelle emergenze.
Il ricorso alle agenzie private è diminuito drasticamente, con un calo del 60%.
Tutte buone notizie per la “ricostruzione” della rete sanitaria.
Sperando che il risultato sia un miglioramento dei servizi ai pazienti.