La reputazione devastante del 49.3 è scomparsa. Il primo ministro Michel Barnier si destreggia tra le difficoltà del suo bilancio 2025, presentato ai parlamentari con circa dieci giorni di ritardo e 60 miliardi di euro di risparmi annunciati per risanare le finanze pubbliche, il tutto senza alcuna maggioranza al potere.
Per far approvare la sua legge finanziaria (PLF) e la sua legge sul finanziamento della Previdenza Sociale (PLFSS), i cui dibattiti riprenderanno lunedì 4 novembre, l’ex negoziatore della Brexit vuole “dare la possibilità al dibattito democratico e parlamentare di svolgersi”, ritardando l'applicazione dell'articolo 49.3 della Costituzione, che consente l'adozione di un testo senza votazione. “È il metodo Barnier”, ha sottolineato mercoledì 30 ottobre il ministro delle Relazioni al Parlamento, Nathalie Delattre. Una voglia di mostrare all'opinione pubblica la rottura con“iperpresidenziale”.
Ma dal canto loro molti deputati sono furiosi. Dopo diverse settimane di discussioni sconnesse dovute alla mancanza di una maggioranza in Assemblea, tutti i gruppi hanno ora un motivo per non votare per il bilancio che essi stessi hanno contribuito a modificare. “Non c’è più alcuna coerenza. Un bilancio non può ridursi a una serie di emendamenti votati uno dopo l’altro con alleanze diverse”deplora il rappresentante eletto (Rinascimento) del Gers, Jean-René Cazeneuve.
« Overdose fiscale »
La mobilitazione del Nuovo Fronte Popolare (NFP) nell'Emiciclo ha fatto votare circa 40 miliardi di euro di tasse sulla prima parte del bilancio. Il ministro dei Conti pubblici, Laurent Saint-Martin, si è scagliato contro la«overdose fiscale» causati dalle misure di PFN adottate “con la complicità del Raduno Nazionale [RN] ». La maggior parte di queste proposte dovrebbero essere respinte durante il viaggio parlamentare, soprattutto perché questi emendamenti, che creano nuove tasse, sono per la maggior parte giuridicamente discutibili, secondo il relatore generale sul bilancio, Charles de Courson.
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“È un gioco da pazzi, sospira Charles Sitzenstuhl (Rinascimento, Basso Reno), il delirio fiscale del PFN permette di dimenticare lo shock fiscale iniziale del governo [20 milliards d’euros de hausses d’impôts] che rimane massiccio. » Un gioco rischioso non solo per il governo, analizza il politologo Benjamin Morel: “I gruppi che non votano per la mozione di sfiducia rischiano di subire un costo politico insopportabile poiché le misure di bilancio colpiscono proprio al cuore molti elettori. »
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