Il cosiddetto caso penna deferito ai tribunali di Ginevra

Il cosiddetto caso penna deferito ai tribunali di Ginevra
Il cosiddetto caso penna deferito ai tribunali di Ginevra
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Il cosiddetto affare della penna dovrà essere riesaminato a Ginevra

Inserito oggi alle 13:46

Se ne dovrà occupare ancora una volta la Corte di giustizia del cantone di Ginevra il cosiddetto affare della penna. Nella sentenza resa pubblica venerdì, il Tribunale federale (TF) si è pronunciato a favore della Procura di Ginevra, ritenendo arbitraria la sentenza resa in appello in questo caso.

Il caso riguarda un notabile svizzero, ora 74enne, accusato dalla Procura di Ginevra di aver ucciso sua moglie nel febbraio 2016 a Ginevra, soffocandola con un cuscino o un piumino. Durante l’autopsia è stata ritrovata una piuma di 4,5 centimetri nei bronchi della sfortunata donna.

Il settantenne ha dato due versioni dei fatti. Per sette anni ha finto che sua moglie fosse morta per cause naturali, vittima di un ictus. Una mattina l’avrebbe scoperta sul pavimento del bagno di casa loro. Ha poi riportato la salma nel letto matrimoniale prima che arrivassero i soccorsi.

Una tesi che non aveva convinto la Corte penale in primo grado. Nel maggio 2022, il settantenne è stato condannato a 13 anni di carcere per omicidio. I giudici si sono affidati in particolare sugli esperti del Centro universitario francofono di medicina legale che escludeva la morte naturale e tendeva al soffocamento.

Nuove dichiarazioni

Dinanzi all’organo di appello, nel marzo 2023, il settantenne ha avanzato un’altra versione. Secondo lui, sua moglie è morta a causa di un gioco sessuale estremo che prevedeva l’asfissia andato storto. Avrebbe nascosto questo fatto per modestia e avrebbe avuto il coraggio di parlarne dopo aver ascoltato la benedizione del Natale del Papa nel 2022.

La Camera penale d’appello e di revisione di Ginevra ha creduto alle nuove dichiarazioni del marito. Nel marzo 2023 lo ha condannato per omicidio colposo a 3 anni di carcere con sospensione parziale. La Procura, convinta che si tratti di omicidio, ha contattato il TF, sottolineando l’arbitrarietà della sentenza resa in appello.

Nella sua sentenza il Tribunale federale si è pronunciato a favore della Procura generale di Ginevra. Egli ritiene che il caso debba infatti essere rinviato al tribunale cantonale per una nuova decisione, questa volta con un’analisi attenta delle prove raccolte durante le indagini e degli elementi forniti dall’autopsia.

In particolare, il tribunale cantonale cercherà di determinare la data dell’ultimo rapporto sessuale dei coniugi e terrà conto delle dichiarazioni dei periti legali i quali ritengono che la vittima avrebbe dovuto reagire durante il soffocamento e tossire succhiando la piuma, mentre il la settantenne afferma di non essersi mossa.

Infine, la TF ritiene che il tribunale cantonale dovrà cercare di spiegare “un certo numero di lesioni legate agli eventi controversi”. La vittima presentava lividi sulle braccia e abrasioni cutanee sul viso. Il sangue del settantenne è stato trovato anche sotto le unghie della moglie.

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ATS

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