aumento medio del 32,9% in dieci anni per i proprietari, secondo questo studio

aumento medio del 32,9% in dieci anni per i proprietari, secondo questo studio
aumento medio del 32,9% in dieci anni per i proprietari, secondo questo studio
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Virojt Changyencham/Getty Images In dieci anni, l’aumento delle tasse sugli immobili è particolarmente impressionante. Come a Parigi, dove l’aumento è dell’83% nel periodo 2013-2023.

Virojt Changyencham/Getty Images

In dieci anni, l’aumento delle tasse sugli immobili è particolarmente impressionante. Come a Parigi, dove l’aumento è dell’83% nel periodo 2013-2023.

IMMOBILIARE – Una fattura che continua a salire. Proprietario occupante una casa o semplice locatore, nessuno sfugge all’imposta sugli immobili che continua a salire negli anni, come dimostra l’ultimo studio annuale realizzato dall’Unione Nazionale dei Proprietari Immobiliari (UNPI) e diffuso dall’ Il parigino questo martedì 15 ottobre.

Tra il 2013 e il 2023, secondo l’Osservatorio nazionale delle tasse sugli immobili, le tasse sulla proprietà sono aumentate in media del 32,9%. Un tasso quattro volte superiore a quello dell’aumento degli affitti (al 7,7% nello stesso periodo) e quasi due volte superiore a quello dell’inflazione (19%).

Secondo i dati diffusi dal quotidiano, alcuni comuni della Savoia, dell’Alta Corsica, dei Pirenei Orientali e dell’Essonne hanno registrato l’aumento più forte negli ultimi dieci anni. Così a Popolasca, sull’Isola della Bellezza, l’imposta ha registrato un aumento dell’imposta fondiaria del 202,3%, il record nel periodo. Per Freney, in Savoia, o Thuès-Entre-Valls nei Pirenei Orientali, l’aumento è rispettivamente dell’ordine del 155,6% e del 153,8%.

E non sorprende che Parigi occupi il primo posto nella classifica delle grandi città francesi con un aumento dell’83% in dieci anni. Un primo posto che Parigi deve soprattutto all’aumento della tariffa comunale nel 2023 e all’aumento delle basi locative. La capitale francese è ben in testa a questa classifica dove tra le prime 5 figurano Strasburgo (52%), Limoges (51,8%), Grenoble (49,5%) e Nantes (48%).

Verso un aumento del 2% nel 2025?

Nel periodo 2013-2023, due terzi dell’aumento dell’imposta sugli immobili a livello nazionale si spiegano con la rivalutazione dei valori locativi (+7,1% nel 2023), indice base che stima il valore di un alloggio. E un indice che aumenta di un ulteriore 3,9% nel 2024 e il cui aumento è stimato al 2% nel 2025.

Questo valore viene poi moltiplicato per le aliquote fiscali votate a livello locale da ciascuna comunità (comune, intercomunitaria, ecc.), il che spiega la disparità nell’aumento.

I comuni in cui l’aumento è più significativo si difendono citando l’abolizione della tassa sulla casa (pagata allora dagli occupanti di un immobile, in particolare l’affittuario) che ha fatto loro perdere parte delle loro risorse nel corso del periodo. L’UNPI si batte quindi affinché i proprietari possano trasferire l’aumento dell’imposta immobiliare sugli inquilini; L’associazione vuole soprattutto una revisione della fiscalità locale in modo che l’imposta sulla proprietà e l’imposta sulla casa (che rimane sulle seconde case) vengano accorpate.

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