Una semplificazione della busta paga ritenuta una farsa

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Il ministro francese dell’Economia e delle Finanze, Bruno Le Maire, a Parigi, il 24 aprile 2024. TOMMASO SANSONE / AFP

Il mondo del lavoro tossisce quando Bruno Le Maire fa le pulizie “documentazione” aziende. Attraverso la sua fattura “di semplificazione della vita economica”, presentato mercoledì 24 aprile, il ministro delle Finanze intende affrontare un monumento della complessità: la busta paga. L’obiettivo è realizzare questo documento “più comprensibile”, sia per i dipendenti che per i capi. Ma l’approccio suscita perplessità, se non critiche, tra i sindacati, senza necessariamente convincere tutti i rappresentanti dei datori di lavoro.

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La busta paga serve a giustificare l’importo netto pagato al lavoratore, menzionando – tra l’altro – i vari contributi e contributi che vengono prelevati dalla retribuzione lorda per finanziare la Previdenza Sociale. Contiene molte informazioni, presentate sotto titoli che potrebbero sconcertare il destinatario. Sottolineata da decenni, questa proliferazione ha già dato luogo a riforme, in particolare nel 2015, per aumentare la comprensibilità di questa stampa, che svolge un ruolo essenziale per più di 25 milioni di persone nei loro rapporti con l’amministrazione, le banche, i proprietari terrieri, eccetera.

Ma Le Maire ritiene che sia ancora possibile fare chiarezza. Per questo suggerisce di alleggerire il contenuto passando “da più di cinquanta righe a una quindicina circa”. “Verrebbero ora restituiti solo i principali aggregati che compongono la retribuzione, senza il dettaglio dei contributi previdenziali versati”è scritto nella relazione illustrativa del disegno di legge.

Per concretizzare la sua tesi, l’inquilino di Bercy ha trasmesso, sul social network X, una versione di quella che potrebbe essere la futura busta paga. Evidenzia due indicazioni: l’ “costo totale del datore di lavoro” e il “totale netto debitore” al dipendente. Tuttavia, se quest’ultimo volesse verificare l’importo, è previsto che la società gli fornisca tutte le informazioni necessarie per ricostituire gli importi risultanti sul documento.

“Il governo può fare meglio”

L’approccio provoca reazioni contrastanti tra i movimenti imprenditoriali. All’inizio di aprile, quando è venuto a conoscenza dei principi fondamentali di tale semplificazione, Medef ha espresso riserve al Ministero del Lavoro, sostenendo, in particolare, che le modifiche previste rischiavano di “rimanere senza effetto” per le aziende.

Da allora, l’organizzazione presieduta da Patrick Martin sembra essersi evoluta da quando lo ha annunciato “l’obiettivo di una migliore leggibilità della busta paga va nella giusta direzione”. “Questa nuova presentazione probabilmente renderà la lettura più facile”, aggiunge Eric Chevée. Il vicepresidente della Confederazione delle piccole e medie imprese, invece, si vergogna “che il costo delle prestazioni sociali non è menzionato per tipo di rischio [maladie, accidents du travail et maladies professionnelles, etc.] ». “Ci rammarichiamo inoltre dell’assenza di qualsiasi riferimento al bonus attività, Aggiunge. In sintesi, non è male, ma il governo può fare di meglio. »

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