Dopo aver aperto un account OnlyFans dove monetizza le foto dei suoi piedi, Lily Allen ha risposto a un utente di Internet che la criticava dicendo che questa attività le fruttava più del denaro generato dalla sua musica.
Pubblicato il 01/11/2024 13:13
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La cantante britannica ha rivelato questa settimana di vendere le foto dei suoi piedi sul sito OnlyFans, una piattaforma di condivisione di foto e video che paga direttamente i creatori di contenuti. A differenza di Instagram, ad esempio, devi pagare per accedere agli account degli utenti a cui vuoi iscriverti. In questo caso, bisogna pagare poco meno di 10 euro al mese per beneficiare di Lily Allen.
Tuttavia, in questo particolare account, troviamo solo le foto dei suoi piedi. Questa relazione è iniziata durante un viaggio di Lily Allen in Italia, dove la cantante si è recata dal suo pedicure. Gli disse che aveva dei piedi bellissimi e che avrebbe potuto guadagnare dei soldi mostrandoli su Internet. Detto fatto. Lily Allen pubblica una foto intitolata “la dolce foota”, un gioco di parole tra l'espressione italiana “la dolce vita” (“la dolce vita”) e la parola inglese foot, “piedi”. È così che i suoi piedi sono diventati la nuova star di OnlyFans e soprattutto una nuova fonte di guadagno per la cantante.
Lily Allen dichiara addirittura sul suo account X che questa attività ora le porta più soldi delle sue canzoni. Tuttavia, i suoi abbonati OnlyFans sono 1.000, mentre Lily Allen ha 8 milioni di ascolti mensili su Spotify. Secondo una stima della rivista americana Variety, solo con queste famose foto di piedi potrebbe guadagnare circa 10.000 dollari al mese.
Per Lily Allen, la sua dichiarazione è un modo per denunciare le piattaforme di streaming musicale che non pagano abbastanza gli artisti ma anche, secondo lei, un modo per riprendere il controllo – con qualcosa di stupido come i piedi – sulla sessualizzazione del suo corpo, da cui lei ha sofferto fin dalla giovinezza.
Un vero paradosso, dal momento che piattaforme come OnlyFans sono oggi molto contestate da alcune associazioni, secondo le quali questo commercio di immagini è simile alla prostituzione di cui non dice il nome, o almeno alla mercificazione e sessualizzazione dei corpi. La stragrande maggioranza di questi corpi sono infatti quelli di donne, spesso precarie, che monetizzano la propria immagine per sbarcare il lunario.
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