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Tutte queste unghie mangiate – JeanJass

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Ventuno minuti e venti secondi di musica. Devi ammetterlo: Tutte queste unghie mangiateil quarto progetto solista di JeanJassè breve. Ma senza contare nel 2024 sulla sua profonda padronanza dei formati rap: da buon consumatore di neo-boom bap, la doppia J sa che un disco breve può essere un disco intero – vi rimandiamo volentieri a questo articolo su Felpa conte che ha analizzato l’esercizio meglio di quanto potrò mai fare io. Così, per la sua prima incursione in un format che ricorda quello prediletto dal suo idolo L’AlchimistaJeanJass vuole dimostrare al mondo che gli basta poco più di un quarto d’ora per creare un prodotto così rigiocabilità degno dai suoi album sul comodino – L’Infame, Marcberg et Malocchio più probabilmente. Pretesa? No, poiché il contenuto lo dimostra senza forzature: è infatti la capra francofona che crede di essere.

Auto Tutte queste unghie mangiate è, dal primo all’ultimo titolo, terribilmente personale. Basta dare un’occhiata ai titoli di coda per capire che qui Jass il Magnifico è, per così dire, solo nel suo studio – coproduttore di Dee Occhioun altro diaccanto a e i miracoli di Jules Fradet alla padronanza. Da solo di fronte al suo taccuino di rime, da solo di fronte alle proprie produzioni, ma armato del suo flusso disinvolto, il belga continua a fidarsi della sua visione e a dimostrare che non è per niente se lui e il suo collega Caballero riescono a durare nel tempo: il loro rapporto con la musica e la produttività consente loro modalità espressive estremamente diversificate – i mixtape Erbe alte e pregiate o la serie Zushiboyz attestare questo. Con il rap come unica bussola, JJ e Caba non hanno problemi a eseguire queste divisioni che distinguono i buoni rapper dai veri artisti.

Conosciamo molti che saranno gelosi della qualità della produzione di JJ Tutte queste unghie mangiate : dietro le sue macchine, l’uomo dimostra di essere un beatmaker eccezionale, capace di materializzare tante emozioni senza giri di parole, oltre a controllare quegli attacchi di febbre che tanto ama. Con la sua musicalità impeccabile, a volte rivaleggiando con quella dei suoi colleghi Cainri, Tutte queste unghie mangiate sembra davvero la follia di un bravo produttore. E peccato se a volte abbiamo l’impressione che JeanJass si sia divertito più a produrre questi titoli che a rapparli: spetta all’ascoltatore prendersi il tempo per domare questo nuovo JeanJass che mette insieme scene oscure, con una menzione speciale per quelle tristi la chitarra di “Honolulu” (grande pezzo funebre) o l’energia stessa del Queensbridge di “Olympien”. Dei nove brani in tracklist, c’è solo “TEMA”, con il suo pazzesco loop di piano e il suo Garzache risalta, facendoci capire che il jolly JJ ora è più al suo posto in una compilation Erbe alte e multe che sui suoi stessi dischi.

Qualcuno dirà che Carolo offre qui la sua fatica più cruda, ed è vero che per un artista che ci ha sempre abituato ad una certa freschezza, Tutte queste unghie mangiate a volte può essere destabilizzante. Ma ormai abbiamo abbastanza ascolti per confermare che abbiamo qui uno dei progetti più interessanti di tutta la sua discografia, che ci fa capire che JeanJass invecchia meglio della stragrande maggioranza dei suoi colleghi. Forse più monocromatico e cupo del solito, l’insieme non manca tuttavia né di fascino né di urgenza. Ma per poterlo vedere, probabilmente dovrai essere un po’ più fan degli altri, oppure tenere a mente queste ultime parole: se Tutte queste unghie mangiate è meritato, credeteci, finisce per ripagarlo centuplicato.

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