Anche le eroine dei romanzi lo vedono: doppiare le voci nei film o nelle serie si rivela una professione destinata a fallire. In Giornata di surfdi Maylis de Kerangal (Gallimard, 2024), l’eroina, rassegnata, annuncia alla famiglia che « [va] dover cambiare lavoro”. “Ti consiglio di vendere rapidamente la tua voce a un’intelligenza artificiale [intelligence artificielle] che potrebbe quindi generarne altri, più complessi, più interessanti”, ha appena attaccato il suo datore di lavoro a Londra. Una finzione difficilmente lontana dalla realtà. Perché, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, le voci si duplicheranno all’infinito e si libereranno dai corpi. Lo sanno bene gli attori doppiatori, quelli veri.
Per loro, la minaccia arriva innanzitutto dagli Stati Uniti, dove attori e sceneggiatori hanno raggiunto un accordo con gli studios americani per porre fine all’ultimo massiccio sciopero di Hollywood, nell’autunno del 2023. Se i primi avessero ottenuto di vincere la loro causa per aumenti salariali e compensazione finanziaria in caso di utilizzo della propria immagine o delle proprie opere da parte di un’intelligenza artificiale generativa, nulla è stato concluso nel campo della voce, che rimane un punto cieco. Non è prevista alcuna compensazione finanziaria nel caso in cui questa venga raddoppiata da un robot. Gli studios si sono divertiti a spiegare agli attori che se finora non avevano mai ricevuto un centesimo grazie al doppiaggio, avrebbero invece beneficiato di una più ampia notorietà internazionale se fossero stati doppiati con la propria voce in lingue di tutto il mondo.
Per effetto domino, questo accordo colpisce duramente i doppiatori francesi, che traducono il 90% dell’inglese in francese. Per Stephan Kalb, attore, produttore audiovisivo e membro fondatore dell’associazione Les Voix, “la tecnologia non è ancora pronta, ma è questione di mesi, funzionerà sicuramente tra un anno”. Ai suoi occhi si tratta anche di un problema culturale: quello del soft power francese. “Dobbiamo sapere se in futuro vogliamo robot o esseri umani” per perpetuare adeguatamente la lingua, continua. Non alterarlo, non instillare il francese approssimativo nei bambini.
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