Friko, ovvero due amici di Chicago, amanti della musica dalle ricche influenze, che spopolano ai festival rock con i titoli di un piacevolissimo primo album.
Di Thomas Richet
Pubblicato il 7 dicembre 2024 alle 16:00
PTra tutti gli artisti più importanti dei primi anni 2000, non avremmo scommesso su Bright Eyes per ispirare quelli di oggi. Ma è con il gruppo folk di Conor Oberst che Friko viene a bere: stesso senso del melodramma, stessa voce tremante, stessa ambizione che rischia di trasformarsi in arroganza. I suoi due membri – Niko Kapetan alla voce e alla chitarra, Bailey Minzenberger alla batteria – all’epoca erano appena nati.
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Amici d’infanzia, questi abitanti di Chicago hanno unito le forze nel 2009 attorno a un amore comune per… Frédéric Chopin. Ma è dalla parte delle chitarre sature ed esplosive che hanno forgiato la loro differenza. Hanno fatto miracoli sul palco di Pitchfork Avant-Garde, festival pionieristico che si è tenuto a Parigi dal 7 al 9 novembre. Un senso del rock’n’roll affinato nei club di Chicago e messo in pratica nel loro primo album, Dove siamo stati, dove andiamo da qui, uscito inizialmente a febbraio e recentemente disponibile in una versione arricchita con brani inediti, brani live e una bellissima e dolcissima cover di Il mio San Valentino insanguinato. Questo disco ampio e audace, seppur registrato da soli con l’aiuto di un amico tecnico del suono, li rese indispensabili nei festival americani. In attesa di un seguito che, speriamo, assumerà la sua grandezza, ma senza i tic adolescenziali.
Q Dove siamo stati, dove andiamo da qui, Registri ACT.
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