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In Martinica, la violenza continua nonostante il coprifuoco: “Ieri sera è stato orrore”

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Un uomo cammina tra le macerie dopo le manifestazioni contro l’alto costo della vita, a Fort-de-France, Martinica, il 23 settembre 2024. ED JONES/AFP

Rivolte, saccheggi, incendi, coprifuoco, piano vuoto in ospedale… Tre anni dopo la crisi sanitaria degenerata, alla fine del 2021, in una profonda crisi sociale punteggiata dalla violenza urbana in Martinica, l’isola si riconnette con un vocabolario che pensava di aver dimenticato dai momenti peggiori della pandemia di Covid-19.

Anche i riflessi di quest’epoca tornarono rapidamente di moda. Su “Les Routes de Martinique”, una comunità che riunisce 40.000 utenti – ovvero l’11% della popolazione dell’isola – sull’applicazione di messaggistica Telegram, sconosciuti condividono in tempo reale informazioni sulle corsie bloccate dai rivoltosi o sbloccate dalla polizia. “Diga di filtraggio al ponte Lorrain! Possono transitare solo il personale sanitario e le persone con visita medica”avverte un utente chiamato “Véro”, venerdì 11 ottobre in mattinata. Consultare i riepiloghi giornalieri sullo stato delle principali strade e dei principali incroci dell’isola, predisposti dai volontari di Bison Futé, è diventato ancora una volta essenziale prima di mettersi al volante.

Ma questa volta non sono state le restrizioni sanitarie draconiane ad accendere la polvere. Giovedì, dopo una notte di disordini in una decina di comuni dell’isola, in un contesto di rabbia contro l’alto costo della vita, il prefetto della Martinica, Jean-Christophe Bouvier, ha imposto la“divieto di circolazione sulle strade pubbliche e nei luoghi pubblici in tutto il territorio della Martinica tra le ore 21:00 e le ore 5:00”.. Si prevede che il coprifuoco resterà in vigore fino a lunedì mattina.

“Il popolo si difende”

La tensione è aumentata in Martinica dal lancio del 1È settembre, di un movimento di lotta contro il caro vita, in questo dipartimento dove il prezzo dei prodotti alimentari è più alto del 40% che in Francia, secondo uno studio dell’INSEE. A margine di questa mobilitazione, nel corso del mese, sono scoppiati scontri per diverse notti in alcuni quartieri sensibili di Fort-de-France e Lamentin, le due città più importanti dell’isola. In risposta, il prefetto della Martinica ha stabilito un primo coprifuoco, solo in questi quartieri, e ha fatto intervenire uno squadrone della gendarmeria e del CRS come rinforzi.

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Poi, dopo due settimane di relativa calma, la situazione è improvvisamente peggiorata dopo l’operazione “isola morta” decretata mercoledì da una trentina di organizzazioni politiche, sindacali e associative. Nella notte tra mercoledì e giovedì nuovi disordini hanno scosso gran parte dell’isola. Lo ha riferito la prefettura giovedì a “dieci incendi in edifici privati” in diverse località. Un edificio della brigata della gendarmeria territoriale è stato dato alle fiamme a Carbet, mentre le strade dell’isola erano irte di posti di blocco fumanti eretti dai rivoltosi.

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