DayFR Italian

Torneo di Pechino 2024: Carlos Alcaraz sconfigge Jannik Sinner e vince il torneo di Pechino | Tennis

-

A Pechino, terra asiatica fino ad ora vietata, stringe i pugni Carlos Alcaraz in trionfo, campione per la prima volta in un territorio dove finora solo Rafael Nadal e Garbiñe Muguruza avevano potuto festeggiare. Il murciano lo fa con entusiasmo adesso, dopo un entusiasmante epilogo trompe-l’oeil, ciclotimico e ricco di colpi di scena contro l’attuale numero uno, Jannik Sinner: 6-7(6), 6-4 e 7-6(3) , dopo 3h 21m. È il suo quarto trofeo stagionale – il 16esimo della sua ancora breve storia da grandissimo, lo stesso del suo allenatore, Juan Carlos Ferrero – ed è un’imbattibile lettera di presentazione in apertura di questo periodo autunnale che tradizionalmente gli è sfuggito. Dunque l’Asia ha già la sua impronta, quella di un giovane talento che mette insieme arte, mente e anche manodopera, perché serve tutto: serve tutto per esibirsi per l’italiano, al quale l’Agenzia mondiale antidoping (WADA) chiede ancora di essere responsabile e con il protagonista di questo magnifico classico del presente.

Sono sei le vittorie nei 10 cross con lui (21 anni), la prima in una finale, quest’ultima di grande merito per la crescita, subdola da morire. Bello e vibrante il groviglio. “Jannik è riuscito a vincere in due set, anch’io, e in tre… È stata una partita molto combattuta. Peccatore [23] Ha dimostrato ancora una volta di essere il migliore al mondo, almeno per me. È una bestia. Quindi sono molto orgoglioso di come sono riuscito a gestire tutto”, ammette alla fine, diventando il primo giocatore a segnare un punteggio pieno di 500 – la categoria a cui corrisponde il torneo di Pechino – su tutte le superfici: duro, sterrato (Rio e Barcellona). ed erba (Queen’s). “Con il 3-0 del tie-breakNon ho perso la speranza e sono riuscito a tornare. Ogni volta che gioca un tie-break è il favorito [superior en 18 de los 19 últimos]COSÌ Dovevo provarci…”, semplifica il vincitore, sconfitto un anno fa dal San Candido in semifinale. Questa volta cambio di timone e festa. E incide sul messaggio: è forte con i forti. In questa stagione, 8-1 contro il top-10.

E Sinner ha quella virtù dell’evasione, l’italiano capace di evitare trappole, baratri e incendi come quello proposto durante il primo set da Alcaraz. Sciolto, energico e determinato, il Murciano si muoveva con grazia e sicurezza di sé, ispirato con il diritto e fermo con il rovescio, sempre creativo con il pennello; Tuttavia, quando aveva già messo terreno in mezzo, ha cominciato a perdere finezza con la prima di servizio e l’avversario si è alzato. Dal 4-1 al 5-5. Con l’acqua fino al collo, una reazione coraggiosa. Nessuno lo avrebbe detto. Fino ad allora, un tennista piuttosto lucido, privo di brillantezza e intensità, soprattutto nelle gambe. Sinner ha messo più e più volte la mano sul ginocchio destro, effettuando rotazioni per cercare di liberarlo da qualche fastidio, ma non appena si è sbloccato fisicamente e ha fiutato la possibilità di riavvicinarsi, non ha esitato.

Ha annullato un primo set point e nel tie-break ne ha abortiti altri due. La prima volta che ci ha provato, ha capito bene. Alcaraz aveva la manica in mano, ma quando si è trovato alle corde ha pagato lo slancio in eccesso con due lanci lunghi e le concessioni hanno risolto un gesto ingannevole durato quasi un’ora e un quarto. Fino ad allora l’azione procedeva lentamente e il boschetto iniziale dell’uno ha poi fatto inciampare l’altro. La perdita di precisione ha intrappolato lo spagnolo, a tratti troppo frettoloso, a volte troppo di braccio, mentre Sinner cominciava ad acquisire quella velocità di crociera così corrosiva e così minacciosa, diventando sempre più assestata. Le forze del polso oscillavano, una crescendo e l’altra diminuendo, mentre si diffondeva la sensazione che se la corda avesse dovuto rompersi a un’estremità, ciò avrebbe favorito il numero uno.

Momento critico nell’ottavo gioco, con il 4-3 per lui, quando ha provato due opzioni break che Alcaraz è riuscito a contrastare con molto cuore. Mancanza di lucidità, difesa, polso duro e arresti. Temperanza sotto l’acquazzone. Il Murciano alzò lo scudo e una volta risolto il pasticcio, Mr. Push. La spinta emotiva lo rianimò e dopo aver sferrato un colpo preciso, ebbe più successo nel suo servizio. Dall’abisso all’equilibrio. Braccia aperte e grido: adesso, finalmente. Ancora una volta in parità, Sinner ha aumentato il numero di vincitori nello stesso modo in cui la sua casella di errore si stava sporcando, ma nello stesso modo in cui calpesta le azioni –rottura contro e sotto 2-1 nel terzo, sa trovare il modo di liberarsi – 5-4 – e resistere nei momenti più tesi delle partite.

Nemmeno un sorriso da parte sua nelle più di tre ore di combattimento. Scarsità anche di fronte ad Alcaraz. Ma a questo punto della stagione, la storia potrebbe non riguardare tanto i colpi quanto i colpi alla testa e la resilienza, la resistenza: chi soffre meglio e crede di più, solitamente vince. E laggiù, in lotta incessante, due macchine concorrenti, questa volta più produttiva quella di El Palmar. Anche Sinner ci è andato vicino, 3-0 nel risultato finale, ma gli è comunque sfuggito. Una corsa stratosferica di Alcaraz ha segnato la svolta e dopo un tiro al volo autorevole e un colpo di fortuna – un tocco sopra la rete e palla dentro – ha ribaltato prepotentemente il bilancio (7-0 parziale) a suo favore. Un modo dolce e vincente per iniziare questo autunno che promette novità. “Sarà diverso dagli altri anni, darò il massimo”, ha avvertito il numero due. E la cosa leggendaria inizia a Pechino.

Related News :