L’IDF lancia un ultimatum ai soldati che minacciano di non prestare più servizio

L’IDF lancia un ultimatum ai soldati che minacciano di non prestare più servizio
L’IDF lancia un ultimatum ai soldati che minacciano di non prestare più servizio
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La settimana scorsa, 130 soldati di riserva dell’IDF hanno firmato una lettera in cui minacciavano di non prestare più servizio se il governo non avesse firmato un accordo per il rilascio degli ostaggi.

Nella lettera scrivono: “Oggi è chiaro che la continuazione della guerra a Gaza non solo ritarda il ritorno degli ostaggi dalla prigionia, ma mette in pericolo le loro vite: molti ostaggi sono morti a causa dei bombardamenti dell’IDF, molti più del numero degli ostaggi salvati grazie ad un’operazione militare. Serviamo e abbiamo servito con dedizione, a rischio della nostra vita, e proclamiamo che se il governo non cambia immediatamente direzione e non si adopera per promuovere un accordo per il rilascio degli ostaggi, non saremo in grado di continuare a servire. Per alcuni di noi la linea rossa è già stata superata, per altri si sta avvicinando. Il giorno in cui, con il cuore spezzato, smetteremo di servire è vicino. Chiediamo al governo di firmare ora un accordo per salvare vivi gli ostaggi”.

Dei 130 firmatari, 64 hanno firmato con nome e cognome, gli altri con le iniziali o con il nome della propria unità. I 64 soldati in questione sono stati contattati dall’IDF, che ha chiesto loro di ritirare la propria firma altrimenti rischiano di essere rimossi dalle liste dei riservisti.

Durante una riunione di gabinetto, il ministro Miri Regev ha chiesto che questi soldati fossero mandati in prigione. Il primo ministro Netanyahu, da parte sua, ha chiesto un trattamento severo di queste minacce.

Il deputato, ex capo di stato maggiore ed ex ministro della Difesa, Benny Gantz, ha postato su X: “La restituzione degli ostaggi è una missione morale importante, urgente e fondamentale per il nostro futuro come società e Stato. I negoziati per raggiungere un accordo che consenta la restituzione degli ostaggi dipendono dal livello politico e professionale, è estremamente importante che questo tema non venga relegato in secondo piano e rimanga al centro delle preoccupazioni giorno e notte. Allo stesso tempo, l’IDF ha ragione nell’affrontare il fenomeno del rifiuto di prestare servizio, che non fa altro che nuocere al raggiungimento di questo obiettivo. Invito i soldati di riserva, che ci sono cari, a continuare ad agire contro il nemico sul campo di battaglia e a continuare ad esprimere la loro opinione come cittadini quando torneranno a casa in buona salute”.


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