Sul tavolo dei ministri dell’Interno e delle Finanze c’è un dossier urgente sul bilancio degli enti locali

Sul tavolo dei ministri dell’Interno e delle Finanze c’è un dossier urgente sul bilancio degli enti locali
Sul tavolo dei ministri dell’Interno e delle Finanze c’è un dossier urgente sul bilancio degli enti locali
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A. Latif Baraka: Heba Press

Durante la sessione di ottobre, diversi consigli territoriali hanno chiesto ai ministri dell’Interno e delle Finanze di cancellare un gruppo di contributi finanziari, compresi nel resto da prelevare, dal bilancio degli enti locali a causa dell’impossibilità di prelevarli, poiché alcuni di essi risalgono agli anni Sessanta e Settanta e sono dovuti al gruppo da società pubbliche liquidate da diversi anni, oppure da società private non più esistenti, o anche da persone decedute.

Le sessioni di preparazione del bilancio, soprattutto quella di ottobre, sono oggetto di grandi polemiche sul saldo da estrarre da tutti i gruppi, perché questa questione è della massima importanza nel rinnovamento dei futuri programmi per questi gruppi, in quanto l’impossibilità di estrarre i gruppi ‘reddito proprio. limita la possibilità di attuare programmi di sviluppo in questi gruppi.

Il bilancio degli enti locali dipende dalle entrate derivanti dall’imposta sul valore aggiunto, che sono somme trasferite dallo Stato. Questi trasferimenti sono considerati una fonte essenziale di finanziamento per la maggior parte degli enti locali e il livello di valore del contributo. -la quota di imposta aggiunta al reddito di gestione è compresa tra il 55% e il 92%. Questa situazione rivela la dipendenza strutturale degli enti locali dallo Stato attraverso la riscossione della loro quota di IVA, anche per quanto riguarda la copertura delle loro spese di gestione. Questo fenomeno si spiega anche con la grande debolezza di cui soffrono gli enti locali nella riscossione delle diverse entrate tributarie, e con l’eccessiva inflazione della percentuale della restante riscossione, costituita dai redditi inventariati dall’Agenzia delle entrate collettive, e da quanto gli ordini vengono consegnati al collezionista prima della fine di ogni anno finanziario, il comune che, una volta ricevuti, diventa responsabile della sua riscossione.

Si tratta di entrate la cui riscossione il legislatore ha affidato all’esattore comunale e che non vengono prelevate per diverse ragioni, che hanno limitato gli enti locali a disporre di risorse disponibili, senza prestare attenzione alla valorizzazione di tali risorse al fine di farle contribuire al raggiungimento l’indipendenza finanziaria delle comunità locali, ed è questo che manca nella gestione collettiva di importanti entrate nei termini di legge, incidendo sul tempestivo flusso di liquidità finanziaria verso il detentore collettivo e gravando su chi è tenuto a pagare multe tardive.

Un certo numero di enti locali vivono da anni sotto l’impatto della spaventosa inflazione degli altri, che domina molti capitoli di bilancio dei gruppi territoriali senza trovare soluzioni efficaci, che l’ha fatta gonfiare di anno in anno, trasformandosi in un incubo che disturba tutti i funzionari.

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